Assemblea Fedepiloti, Uggè: Confcommercio vuole investire nell’economia del mare
Duecentomila imprese fra trasporti marittimi, cantieristica, turismo, attività di ricerca e pesca, 880mila occupati, e un fatturato di 130 miliardi di euro all’anno. Sono questi i numeri dell’economia del mare.
“In questo scenario, i servizi tecnico-nautici dovranno concorrere a segnare un passaggio fondamentale: quello che va dalla portualità nazionale allo sviluppo di un sistema economico competitivo e forte”. Lo ha detto Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto, intervenendo alla 72a Assemblea nazionale di Fedepiloti, oggi a Roma, presenti il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e il viceministro Edoardo Rixi.
“Sui ‘numeri del mare’ Confcommercio vuole investire, convinta che la chiave per aumentare la forza del Paese sia ragionare per sistemi, non per compartimenti stagni – afferma Uggè –. Noi come Confederazione stiamo agendo in un’ottica integrata che comprende tutti i vettori, dal mare alla gomma, dal ferro al cielo, ponendo attenzione ai temi della sostenibilità e della sicurezza, ricordando che su quest’ultimo fronte i nostri piloti dei porti non hanno rivali al mondo”.
“Siamo convinti – prosegue il vicepresidente di Conftrasporto – che sicurezza e competitività debbano andare di pari passo, e sono certo che i piloti, così come hanno saputo modernizzarsi con l’adozione del nuovo percorso di aggiornamento professionale, sapranno anche recepire il regolamento europeo del 2017 in materia di trasparenza finanziaria e competitività”.
Uggè ha poi ricordato il recente sodalizio tra Confcommercio ed Enea, sfociato lo scorso febbraio in un convegno sulla necessità di adeguare le infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici e marini, sottolineando l’importanza del ruolo associativo nel dialogo tra imprese e istituzioni.
Proprio alle istituzioni presenti in sala, il vicepresidente di Confcommercio si è rivolto quando sulla via della Seta ha ribadito i dubbi della Confederazione, “Non per disfattismo, ma si è visto in giro troppo facile entusiasmo verso un importante partner commerciale che, però, solitamente utilizza questa leva per aumentare il suo grado di controllo geo-politico. Vi chiediamo – conclude Uggè – che la competitività dei porti e dei loro sistemi logistici sia migliorata nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, non vogliamo che scali nazionali diventino portatori di interessi di soggetti terzi”.