Confitarma, assemblea 2019: gli armatori riuniti a Roma per rinnovo cariche e bilancio
L’Assemblea della Confederazione Italiana Armatori, presiduta da Mario Mattioli, che ha approvato il Bilancio e la Relazione annuale sull’anno 2018 ed ha proceduto al rinnovo per il quadriennio 2019-2022 del Collegio dei Probiviri e di quello dei Revisori, nonché del presidente di quest’ultimo. Dall’elezione a scrutinio segreto sono risultati eletti:
Collegio dei Revisori
Bernardo Cirillo – Presidente
Roberto Coccia
Carlo Lomartire
Pia Queirolo – supplente
Collegio dei Probiviri
Giorgio Berlingieri
Alfonso Magliulo
Dario Scannapieco
Corrado Medina -supplente
Francesco Serao – supplente
Le attività svolte negli ultimi mesi dalle Commissioni confederali sulle materie di competenza sono state illustrate da Carlo Cameli, presidente Navigazione Internazionale, Beniamino Maltese e Fabrizio Vettosi, rispettivamente presidente e vicepresidente Finanza e Diritto d’impresa, AngeloD’Amato, presidente Risorse umane, Relazioni industrial ed Education, Guido Grimaldi, Presidente Navigazione a corto raggio, Gianpaolo Polichetti, vicepresidente Porti e infrastrutture, Fabio Faraone, segretario Tecnica Navale Sicurezza e Ambiente. Giacomo Gavarone, è intervenuto in qualità di presidente del Gruppo Giovani Armatori e coordinatore del Comitato regole e competitività.
Le priorità dello shipping in ambito internazionale sono state illustrate da Paolo d’Amico, presidente dell’Intertanko, ed Emanuele Grimaldi, vicepresidente ICS.
Il presidente Mattioli si è in particolare soffermato sulle recenti proposte francesi per una possibile istituzione di una ECA (Emission Controll Area) nel Mediterraneo, nella quale applicare limiti più severi alle emissioni delle navi. Confitarma ritiene che la sede più opportuna per discutere tali iniziative debba essere l’IMO. Peraltro, attualmente lo shipping mondiale si sta impegnando in uno sforzo senza precedenti per rispettare i nuovi limiti del contenuto del tenore di zolfo nei combustibili marini che dal 1° gennaio 2020 si ridurrà di ben sette volte passando dal 3,5 % allo 0,5%.
Una ECA nel Mediterraneo potrebbe essere presa in considerazione solo dopo aver valutato i benefici derivanti dall’implementazione del Sulphur Cap 2020.
“Difendere e rafforzare la competitività della flotta italiana continua ad essere la priorità di
Confitarma – ha affermato il Presidente di Confitarma – che ancora oggi considera il Registro Internazionale il pilastro di una politica marittima efficace ed espansiva, che in venti anni ha portato alla crescita della nostra marineria restituendole la competitività nei traffici internazionali e nel grande cabotaggio dove l’occupazione italiana e comunitaria, nello stesso periodo, è aumentata del 140%. Nonostante la riduzione della flotta di bandiera italiana riusciamo ancora a confrontarci con le altre marine che non devono fare i conti con oneri, vincoli e burocrazia tutti italiani”.
“Gli ostacoli che frenano la flotta italiana, almeno in parte sono superabili attraverso una drastica semplificazione di norme e procedure burocratiche. Abbiamo ri-costitutuito il Comitato Regole e Competitività proprio per dare un nuovo impulso a questa azione soprattutto attraverso l’instaurazione di un dialogo più stretto con le istituzioni al progetto di modernizzazione delle regole. Peraltro – ha aggiunto Mattioli – come ho avuto modo di affermare recentemente, ritengo che il tema della di sburocratizzazione fino ad oggi sia stato affrontato dal cluster marittimo in modo non coordinato con tante proposte, quasi tutte condivisibili ma spesso caratterizzate da un individualismo che inevitabilmente tende a svalutare l’interesse comune”. E in quest’ottica “come Presidente della Federazione del Mare, penso che si potrebbe accogliere in quella sede tutti coloro che sono disponibili a condividere gli obiettivi per formulare finalmente proposte che veramente possano restituire forza al cluster marittimo italiano”.
“Fare sistema per ottenere risposte, è fondamentale che le istanze della nostra categoria siano portate avanti da una voce unica. È indubbio che la presenza di più associazioni che tutelano interessi genera confusione negli interlocutori a livello nazionale e internazionale, determinando una minore incisività della voce dell’armamento”, indebolendo di fatto gli interessi tutelati”.