Confitarma: “comitati portuali, cancellare l’art. 3”
L’articolo 3 dello schema di decreto sulla ristrutturazione dei comitati portuali “compromette seriamente l’equilibrio voluto dal legislatore”, perché riduce da sette a quattro i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori. E’ l’allarme lanciato da Confitarma, la confederazione degli armatori.
Nicola Coccia, presidente di Confitarma, ha scritto così una lettera ai ministri delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, e per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, nonché al Presidente del Consiglio di Stato Paolo Salvatore, con la quale chiede che venga cancellato l’art. 3 dal testo dello schema di decreto.
Secondo la Confederazione, infatti, “tale modifica compromette seriamente il delicato equilibrio voluto dal legislatore per realizzare una forma di “amministrazione partecipata” rivelatasi negli anni essenziale per garantire la più ampia trasparenza e partecipazione all’attività delle Autorità portuali”.
“Se lo scopo che si intende perseguire è quello di ridurre la spesa di funzionamento delle Autorità portuali”, prosegue Confitarma, “la riduzione dei rappresentanti oltre ad essere dannosa per la gestione dei porti risulta anche inutile. Basterebbe infatti escludere l’erogazione di qualsiasi compenso a favore di tali rappresentanti, compenso peraltro già oggi estremamente contenuto”.
“L’importanza politica connessa alla presenza dei rappresentanti del mondo imprenditoriale e del lavoro nei Comitati portuali”, aggiunge Nicola Coccia, “non può essere compromessa per finalità puramente economiche che peraltro avrebbero un effetto minimo sull’economia complessiva delle Autorità portuali”.
Secondo l’associazione, dal punto di vista funzionale, la modifica che si intenderebbe introdurre “risulta del tutto inapplicabile in quanto i quattro rappresentanti delle imprese dovrebbero essere designati da sette categorie imprenditoriali rendendo di fatto impossibile alle Autorità portuali procedere alla loro nomina in assenza di criteri selettivi difficilmente individuabili. Nell’impossibilità di nominare tali rappresentanti verrebbe di fatto a mancare una componente essenziale per il regolare funzionamento del Comitato”.