Federazione del mare: finanziaria deludente
La manovra finanziaria 2010-2013 delude il settore marittimo. “Disattese le indicazioni del Dpef”, accusa la Federazione del mare, che riunisce dal 1994 le attività del cluster marittimo nazionale. Il settore rappresenta ad oggi il 2,7% del Pil italiano, con circa 40 miliardi di euro e quasi 400mila addetti occupati nel settore e nell’indotto.
Il Consiglio della Federazione del mare chiede di dare spazio a politiche che valorizzino il sistema marittimo, continuando ad operare per il suo sviluppo. “E’ stato rilevato”, afferma la Federazione del mare, “come le positive indicazioni in merito contenute nel Dpef siano oggi disattese nella manovra finanziaria in discussione”.
Navi, cantieri, porti, nautica, pesca, con le innumerevoli attività che ruotano attorno ad essi, sono le componenti di un mondo marittimo che ha effettuato grandi investimenti nella flotta, anche sotto il profilo ambientale. I porti italiani sono al primo posto in Europa per l’import-export di merci via mare con il resto del mondo e su posizioni di leadership mondiale la produzione nazionale di navi da crociera e yacht.
“Solo continuando ad investire nel cluster marittimo e portuale”, spiega la Federazione del mare, “sarà possibile per il nostro Paese assicurare un futuro di sviluppo ad un settore che supera l’agricoltura nel valore della sua produzione di beni e servizi e costituisce un asset primario dell’economia”.