Gioia Tauro: riapre il porto ma resta la preoccupazione dei dipendenti
E’ stato riaperto la scorsa notte il porto di Gioia Tauro dopo il blocco di 30 ore imposto dalla Medcenter. Il fermo, partito alle 19 di sabato 8 gennaio, era stato messo in atto per mancanza di navi in arrivo.
L’azienda aveva anche espresso la possibilità della collocare i 1.200 dipendenti in cassa integrazione per lo stesso periodo. L’arrivo di quattro navi dopo il blocco di due giorni ha poi portato alla riapertura delle attività, ma non ha sedato le polemiche.
In un primo momento i lavoratori portuali avevano pensato di attuare uno sciopero, ma poi sono stati convinti dai sindacalisti a riprendere l’attività in attesa dell’incontro fissato per mercoledì prossimo nella sede di Confindustria a Reggio Calabria.
È la prima volta che si verifica una chiusura del porto container di Gioia Tauro, il più grande del Mediterraneo, da quando, nel settembre del 1995, ha avviato la sua attività.
E’ sempre forte, intanto, la preoccupazione tra 1.200 lavoratori per il futuro del porto anche dopo la presa di posizione della Medcenter che, pur precisando che non è stata mai attivata la cassa integrazione, ha sottolineato quanto “siano urgenti e necessarie le azioni richieste al Governo nazionale e regionale per consolidare ed ampliare una attività ad alta intensità di investimenti e di occupazione messa in discussione dalla agguerrita concorrenza dei porti del Nord Africa”.
Nell’aprile 2010, il terminal calabrese era stato reso più competitivo e rafforzato come punto nevralgico del commercio navale da una sensibile diminuzione delle tasse. Il provvedimento è stato però ritirato dal gennaio 2011.