Gli interventi dell’azienda Mammoet nei porti europei
L’azienda di trasporto intermodale è intervenuta nel porto di Anversa in vista della prossima generazione di portacontainer supergiganti e per installare una nuova gru nel porto di Sines in Portogallo
I porti mercantili di tutto il mondo stanno attraversando continui cambiamenti, principalmente dovuti alla crescita delle dimensioni delle navi, a partire dalle portacontainer.
Tutto questo si riflette sul pescaggio degli scafi e di conseguenza sulle profondità nei canali di accesso e in banchina, ma anche sull’altezza e sulla larghezza delle navi. Quest’ultimo fattore sta portando a lavori di riqualificazione in molti porti container.
Mammoet è lo specialista leader a livello mondiale nelle soluzioni di sollevamento e trasporto multimodale superpesante su misura.
Il traffico container del porto di Anversa
Dopo la recente fusione di governance tra il Porto di Zeebrugge (Bruges) e quello di Anversa, quest’ultimo è il delegato della gran parte del traffico container. Quattro grandi gru sono così arrivate da Zeebrugge al porto di Anversa, aggiornate per la nuova generazione di portacontainer.
L’intervento ha comportato la modifica della distanza tra i binari delle gru. In una prima fase le gru erano sollevate di 4 metri utilizzando il Mega Jack 800. Poiché la massima pressione ammissibile sul terreno in loco era di 6 tonnellate al metro quadro, insufficiente, Mammoet ha posizionato tre strati di spessori di distribuzione del carico sotto il sistema di sollevamento Mega Jack 800 per ridurre la pressione a terra.
Il Mega Jack 800 di Mammoet
Tra il Mega Jack 800 e le travi delle vi è una struttura di supporto in traliccio alta 10,5 m. Le torri di costruzione erano leggermente inclinate per consentire l’applicazione dei carichi il più vicino possibile ai punti di forza della gru. Assemblando il Mega Jack 800 in questo modo è stato possibile evitare di utilizzare grandi travi orizzontali di supporto.
Inizialmente sul Mega Jack 800 vi era il 25% del peso della gru. In seguito, il cliente ha rimosso i bulloni che univano la trave di soglia e i carrelli con la parte superiore della gru. Una volta rimossi tutti i bulloni, l’intero peso della gru è trasferito al Mega Jack 800 e il sollevamento ha potuto iniziare.
La gru ha raggiunto un’altezza di 4,5 m. Mentre i carrelli lato terra erano stabili con il sistema di skidding di Mammoet, per spostare i carrelli lato terra verso l’interno.
Il sistema di Skidding SS150
Sollevata la gru, si è passati al restringimento dello scartamento dei carrelli. Lo slittamento dei carrelli lato terra per modificare la distanza tra i binari da 30,54 m a 30 m e il trasporto delle gru da e verso il luogo di sollevamento utilizzando argani per tirarle lungo i binari ferroviari esistenti. I carrelli lato terra e la trave di soglia avevano bisogno di muoversi di 54 cm vero l’interno della gru.
Per questo, Mammoet ha utilizzato il proprio sistema di skidding SS150. Sulla parte superiore delle travi di slittamento, hanno utilizzato una trave con martinetti integrati. Usando questi martinetti i carrelli si sono sollevati dai binari. Dopo aver spostato i carrelli lato terra, il cliente ha installato le estensioni delle gambe. Una volta completate, la gru si è abbassata di nuovo sui suoi carrelli.
Durante le operazioni le gru erano scollegate dall’alimentazione elettrica. Mammoet ha quindi utilizzato degli argani per spostare le gru da e verso la posizione di sollevamento. L’allestimento consisteva in due argani su entrambi i lati della gru; due su un lato per tirare e due sull’altro lato per frenare e posizionare con precisione le gru sopra il sistema di sollevamento. Il Mega Jack 800 è rimasto nella stessa posizione per tutte le gru, che si muovevano.
Una gru nave-terra
Il porto di Sines si trova a 150 km a sud di Lisbona e gestisce oltre 50 milioni di tonnellate di merci all’anno per un traffico di oltre 2.000 navi. In seguito a un investimento di più di un miliardo di euro, le banchine e le attrezzature di movimentazione sono potenziate ed espanse.
Come parte di questo lavoro, una nuova gru nave-terra. La gru è arrivata dal cliente in uno stato di assemblaggio parziale: il suo braccio era preassemblato a livello del suolo, mentre le sue gambe erano in posizione verticale. Mammoet ha avuto l’incarico di sollevare la struttura del braccio della gru presso la sua sede di fabbricazione, quindi di farla scivolare nella sua posizione finale su rotaie accanto al bordo della banchina.
La struttura del braccio aveva un peso di 910 tonnellate e il sollevamento è avvenuto per la prima volta utilizzando 16 diversi strand jack da 70 t, 200 t e 500 t, posizionati in cima alle gambe della gru. La fase successiva prevedeva lo spostamento di 170 metri della gru entro un tempo massimo di 20 ore,
Di conseguenza, i primi 75 m della manovra, in skidding, erano diagonali, con una forza push-pull di 255 tonnellate. La gru completata, delle dimensioni di 27,3 m x 80 m x 91 m, è posizionata su rotaie nel corso di una settimana, ed è ora in attività.
Alberto Galbiati, CEO di Mammoet Italy
“Lavorare nei porti in attività è complesso quasi quanto farlo in una raffineria o un impianto chimico – commenta Alberto Galbiati, CEO di Mammoet Italy. Spesso si interviene su equipaggiamenti già esistenti che vanno rimodernati in loco, e con tempistiche brevi, per non togliere ai porti capacità di gestione dei carichi in arrivo e partenza. Inoltre, esiste il problema spesso trascurato dei carichi massimi al suolo, che spesso sono insufficienti, come ad Anversa, e non uniformi, come nel caso di Sines. Gli esempi di Anversa e dello scalo portoghese sono significativi di quello che Mammoet è in grado di fare valorizzando le proprie dotazioni tecnologiche e le capacità ingegneristiche a favore del cliente. Oltre che sul cargo stiamo lavorando in giro per il mondo anche sui porti base per l’eolico offshore, grazie all’esperienza accumulata nell’oil&gas. Le esigenze dei committenti si evolvono, e noi ci evolviamo di conseguenza”.