L’economia va in porto: Assocostieri e Confcommercio, avanti tutta con la Riforma
Con 480milioni di tonnellate di merci movimentate, nel 2016 l’Italia è cresciuta del 3,8% rispetto a due anni fa, i passeggeri hanno raggiunto i 47 milioni (11 milioni solo nel settore delle crociere), con un aumento sul 2014 del 9%, mentre il valore aggiunto del cluster marittimo italiano supera i 42 miliardi di euro, pari al 3,5% dell’intera economia. È quanto emerge dalla relazione presentata oggi a Roma in occasione del workshop sulla riforma dei porti, dal titolo “L’Economia va in porto”, organizzato da Assocostieri e Confcommercio nella sede nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia con il patrocinio del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il supporto di Edison, Sodeco e OLT Offshore LNG Toscana.
Tra i relatori, il sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture Simona Vicari, il vice presidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto Paolo Uggè, la presidente di Assocostieri Marika Venturi, il direttore generale per la Sicurezza dell’approvvigionamento e Infrastrutture energetiche del dipartimento dell’Energia del ministero dello Sviluppo Economico Gilberto Dialuce e il direttore generale vigilanza A.P. Infrastrutture e Trasporto marittimo del ministero delle Infrastrutture e Trasporti Enrico Maria Pujia.
Anche se restano ancora passi importanti da compiere, la macchina operativa sta procedendo; le nomine dei presidenti delle Autorità di sistema sono quasi completate, si sta lavorando a quelle per i Comitati di gestione, dei segretari e dei tavoli di parternariato della risorsa mare, così come a breve è attesa l’entrata in funzione della Conferenza nazionale di coordinamento. Certamente, a fronte delle limitate risorse, occorrerà verificare se le strutture ministeriali riusciranno a far fronte ai nuovi compiti previsti dalla riforma.
“Rafforzare i collegamenti ferroviari, incrementare l’efficienza degli scali in una strategia di multiporto, uscire da vecchie logiche individualistiche” sono, per il sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture Simona Vicari, tra i nodi indispensabili alla piena realizzazione della riforma. “In un mercato globalizzato dello shipping – ha spiegato Vicari – non ha più senso ragionare per singoli porti (il riferimento è alla diatriba fra i porti di Augusta e Catania ndr). Con questi obiettivi la mappa della riforma è già disegnata – conclude il sottosegretario – Ora abbiamo il dovere con un’associazione come la vostra di gettare il cuore molto oltre la siepe”.
Di gioco di squadra parla anche la presidente di Assocostieri, Marika Venturi, che ha aggiunto: “La soluzione di molti problemi di un settore così vitale come quello energetico è nelle nostre mani. Molti possono essere risolti con la nostra determinazione, di pari passo con la riforma dei porti”. “Ci aspettiamo molto da questa riforma, è un passo giusto – ha spiegato il vice presidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto Paolo Uggè – Se gli scali non sono collegati, se non si fa sistema, tutto si ferma”.
“Il ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando all’autorizzazione per l’entrata in funzione di infrastrutture strategiche per l’utilizzo del gas naturale liquefatto in quanto combustibile alternativo necessario per lo sviluppo del nostro Paese – ha dichiarato Gilberto Dialuce, del Dipartimento dell’Energia del ministero dello Sviluppo Economico – anche alla luce delle prime scadenze previste per gli investimenti da realizzare nel settore del GNL a partire dal 2025 con conseguente ammodernamento della flotta”.
“La Riforma è stata fondamentale per lo sviluppo strategico e per il rilancio della portualità – ha detto Enrico Maria Puja, direttore della Vigilanza trasporto marittimo del ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Ora i porti devono fare sistema e cogliere le sfide che abbiamo davanti. Penso in particolare alla realizzazione delle infrastrutture energetiche e al connesso utilizzo dei nuovi carburanti come il GNL, decisivo per l’abbattimento delle emissioni nel trasporto marittimo. Sono certo che l’Italia abbia tutte le capacità per raggiungere gli obiettivi del 2025. Ora dobbiamo passare a una fase operativa iniziando a muoverci concretamente”.
L’urgenza di proseguire senza indugio è evidente, basti pensare che nella ‘top 20’ dei porti europei per merce movimentata nel 2015, l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, con Genova e Savona ‘integrate’, avrebbe occupato la 12° posizione, mentre quella dell’Adriatico orientale occupa già la 13°; con ulteriori integrazioni Venezia e Trieste, ad esempio, sarebbero entrate, insieme, nella top ten grazie alla somma dei loro traffici.
Non a caso il completamento della riforma dei porti è in cima alle priorità indicate da Assocostieri e Confcommercio. Altre azioni indispensabili riguardano un coerente disegno d’attuazione del Piano nazionale strategico della portualità e della logistica (ultimo miglio ferroviario, waterfront, digitalizzazione), la realizzazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo dei combustibili alternativi, un pacchetto di misure specifiche per il trasporto marittimo a corto raggio, e la realizzazione di una cabina di regia nazionale per la promozione della ‘blue economy’ partecipata dai principali stakeholders.