Marebonus: Confitarma, necessaria un’interpretazione chiara per garantire l’incentivo
Alla vigilia del decreto attuativo del provvedimento, l’associazione Confitarma chiede chiarimenti sull’effettiva applicazione del Marebonus, l’incentivo pensato per consolidare il trasferimento modale dalla strada al mare. La risposta ad un quesito rivolto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla Commissione, spiegano da Confitarma, sarà decisiva poiché conterrà l’interpretazione del termine “aiuto” utilizzato nella decisione del 19 dicembre 2016 con cui la Commissione europea ha autorizzato l’incentivo.
“La decisione – si legge nella nota dell’associazione – da un lato prevede l’obbligo per l’armatore di ribaltare almeno il 70% dell”aiuto’ agli autotrasportatori; dall’altro prevede che lo stesso “aiuto” non possa superare l’importo degli investimenti sostenuti dall’armatore per poter far accedere gli autotrasportatori all’incentivo. Considerando che il Marebonus è rivolto all’autotrasporto e che gli armatori non ne devono beneficiare se non per compensare gli investimenti richiesti, secondo l’interpretazione logica, da sempre sostenuta da Confitarma, le compagnie di navigazione devono poter recuperare il costo degli investimenti effettuati per poter accedere al Marebonus, ‘ribaltando’ agli autotrasportatori almeno il 70% del contributo ricevuto. In pratica, considerati i 128 milioni di euro stanziati, gli armatori dovrebbero investire non meno di 38 milioni di euro per attivare l’incentivo di 90 milioni di euro a favore degli autotrasportatori (70% del contributo), con una compensazione di non più di 38 milioni di euro (30% del contributo) per gli investimenti effettuati”.
“Invece, secondo l’interpretazione letterale più restrittiva – aggiungono da Confitarma -, l’intero contributo ricevuto dalle compagnie di navigazione viene considerato “aiuto” e pertanto, per garantire agli autotrasportatori gli stessi 90 milioni di euro, le compagnie di navigazione dovrebbero investire per miglioramenti dei servizi esistenti ben 128 milioni di euro, ovvero l’intero stanziamento previsto per il Marebonus, recuperando al massimo 38 milioni di euro. Se così fosse resterebbero privi di compensazione ben 90 milioni di investimenti che l’armamento dovrebbe sostenere per poter consentire all’autotrasporto di usufruire dell’incentivo”.
Confitarma valuta l’ipotesi “incoerente con le indicazioni della Commissione europea”.