Matteoli e Grillo: più porti turistici
Dev’essere stata anche la cronaca recente, con la tragica vicenda del giovane morto nel mare di Ponza, ad ispirare l’intervento del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli sulla portualità in Italia. “Più porti turistici e più controlli in mare”, chiede il ministro per salvaguardare l’incolumità delle persone. Parlando a una conferenza stampa sulla sicurezza in mare, il ministro spiega che l’Italia, per quanto riguarda i porti turistici, “non ha sfruttato tutte le potenzialità. Si può fare di più.
Mentre si sono costruiti tanti porti industriali, altrettanto non si e’ fatto per i porti turistici”. Per il ministro, l’Italia risente inoltre fortemente di “progetti pensati anni fa e non realizzati. Questo governo intende snellire le procedure per accelerare i tempi di realizzazione di queste opere. Voglio cercare di favorire la costruzione di queste infrastrutture, perché dove sono state fatte hanno prodotto ottimi risultati e quasi sempre sono state a costo zero per lo Stato”. Per quanto riguarda la sicurezza in mare, Matteoli è convinto che bisogna cambiare “l’approccio culturale”. Parole che riscuotono il plauso degli esponenti della maggioranza. “Sono molto contento”, spiega il presidente della commissione Lavori pubblici, trasporti e comunicazioni del Senato, Luigi Grillo, “che il ministro Matteoli ricordi la necessità per l’Italia di dotarsi di una portualità turistica più ramificata, ponendo quest’argomento nell’agenda di governo, sulla scia dell’impegno profuso nel precedente esecutivo di centrodestra. La nautica nel nostro paese registra da anni un trend favorevole. Siamo in Europa quelli con il maggior numero di natanti registrati, più di 800 mila. Ma, a fronte di quest’eccellenza, siamo in affanno sui posti barca. Ne abbiamo”, spiega Grillo, “uno ogni sei natanti, la Francia uno ogni due, la Spagna uno ogni tre. Matteoli ha ragione quando parla di slancio da dare al settore costruendo nuovi porti turistici. La realizzazione è senza oneri per la finanza pubblica. Come già accaduto in alcune regioni, quali la Liguria e la Campania, si possono poi usare le strutture esistenti all’interno dei porti commerciali, ricovertendole. È però necessario”, conclude il senatore del Pdl, “che le Regioni si dotino di ‘piani per la costa’ in modo da consentire l’individuazione delle località dove costruire i nuovi porti”.