Porti: a Venezia si discute di nuove soluzioni di cyber security e sicurezza
Rafforzare la capacità istituzionale e la governance transfrontaliera nella security portuale puntando ad accrescere la competenza dei porti con l’ausilio di innovativi sistemi informatici e fornendo competenze tecniche e specialistiche comuni a livello transfrontaliero. È questo l’obiettivo del seminario transfrontaliero che si è svolto ieri al Porto di Venezia relativo alla security e cyber security parte del progetto europeo SECNET, avviato a Trieste lo scorso ottobre e che ha ricevuto un co-finanziamento pari a 1.3 milioni di euro (di cui 250mila per il solo Porto di Venezia) nell’ambito del Programma Interreg Italia-Slovenia. Ai tre porti partner del progetto (Venezia, Trieste – capofila – e Capodistria) spetta il compito di avviare un piano d’azione congiunto per potenziare la difesa delle reti informatiche (cyber security) e la difesa delle aree portuali dall’accesso di soggetti non autorizzati, tramite l’implementazione di concrete azioni pilota.
Venezia, con l’organizzazione del seminario sulla security fisica e cibernetica (strutturato con la partecipazione di relatori tra i massimi esperti internazionali in materia) anticipa di fatto un’esigenza dei responsabili della sicurezza dei porti nord adriatici: le misure aggiuntive e non coordinate di security si traducono spesso infatti in una più lenta movimentazione della merce e quindi in una minore competitività dei porti, a discapito dello sviluppo economico dei territori.
Ad aprire i lavori il Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Martino Conticelli, il quale, ripercorrendo lo sviluppo delle misure di sicurezza che ha visto il passaggio da sistemi di presidio e controllo fisico del territorio a tecnologie sempre più avanzate ha sottolineato quanto il tema della cyber security rappresenti un aspetto cruciale in un campo a cui Venezia dedica attenzione da tempo; non è infatti un caso l’esito più che positivo dell’ispezione della Commissione Europea (dipartimento security) di qualche mese fa, tanto che i membri del gruppo ispettivo hanno assunto l’impegno di proporre a Bruxelles che alcune procedure già in uso nei terminal del porto di Venezia vengano adottate come buone pratiche anche da altri scali europei. Conticelli ha infine confermato l’importanza della cooperazione tra i porti su questo fronte, necessaria per raggiungere standard migliori e più competitivi.
Il training transfrontaliero ha visto la presenza di oltre 50 funzionari per la sicurezza portuale provenienti dagli scali del Nord Adriatico, tra i quali anche il referente dello scalo di Chioggia. L’evento – articolato in 3 sessioni tematiche – ha visto la partecipazione di illustri accademici ed esperti di assoluta rilevanza.