Porti del Veneto: indotto da 21 miliardi di euro con oltre 92mila occupati
Tra produzione diretta, indiretta e indotto, il sistema portuale veneto pesa per 21 miliardi di euro di cui: 11,7 miliardi di produzione diretta, 7 miliardi di produzione indiretta e 2,3 miliardi di indotto, equivalente alla produzione generata dai consumi delle retribuzioni lorde percepite dalla forza lavoro coinvolta. Circa 10,6 miliardi della produzione totale rimangono nella città metropolitana, 3,9 nel resto del Veneto e i rimanenti 6,4 nel resto del Paese.
I risultati si evincono dallo studio “L’impatto economico e sociale del sistema portuale veneto”, realizzato da Centro Studi Sintesi e Smart Land per l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale e Camera di Commercio di Venezia Rovigo e presentato a Porto Marghera nella Venezia Heritage Tower con il supporto di Unioncamere Veneto e il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il posizionamento del sistema portuale veneto, comprendente i porti di Venezia e di Chioggia, nei diversi ambiti operativi e rispetto ai competitor nazionali ed europei, appare decisamente rilevante se si considera che Venezia è il primo home port crocieristico nazionale con 1,56 milioni di passeggeri movimentati e il porto di Chioggia, nel settore della pesca, è secondo solo a Mazara del Vallo grazie alle 16,788 tonnellate di pescato e alle oltre 5,5 migliaia di tonnellate di stazza complessiva della flotta peschereccia. Tra i porti mercantili, lo scalo veneziano risulta settimo a livello nazionale grazie alle oltre 26 milioni di tonnellate di merci movimentate.
Il sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale dimostra una spiccata vocazione di porto multi-purpose, dove nessun ambito prevale sull’altro in modo rilevante e dove la filiera agroalimentare si affianca a quelle siderurgica, chimica, energetica, commerciale, turistica e a quella della pesca. La multifunzionalità è sinonimo di flessibilità e rappresenta un valore aggiunto rilevante, poiché consente agli scali di Venezia e Chioggia di assorbire i cambiamenti repentini e imprevedibili dell’economia, orientando le priorità ora su uno ora sull’altro settore in funzione della congiuntura più o meno favorevole.
L’indagine dimostra anche come la vocazione multi-purpose del porto abbia accompagnato e sostenuto la crescita del territorio e delle sue imprese: nei settori analizzati, i flussi in ingresso al porto risultano strettamente funzionali al territorio regionale e al Nordest, aree per le quali il porto è una primaria fonte di alimentazione, tanto che le stesse aree coincidono con le destinazioni finali della quasi totalità delle merci movimentate dal sistema portuale. Ne consegue che il venir meno della funzionalità del porto provocherebbe danni consistenti all’intero sistema economico locale e regionale. Emerge, inoltre, come rilevante l’opportunità di includere il sistema portuale all’interno delle prossime scelte strategiche regionali sia in termini infrastrutturali sia economici.
L’analisi del tessuto produttivo di riferimento consente di ricostruire l’area gravitazionale del sistema portuale dal punto di vista dei livelli di produzione e occupazione generati. È dunque possibile quantificare in 1.260 le aziende direttamente impiegate a Venezia e in 322 le aziende impiegate a Chioggia, per un totale di 21.175 addetti. Le aziende coinvolte dal porto di Venezia sviluppano un valore di produzione diretto di 6,6 miliardi di euro, pesando per il 27% sull’economia comunale e per il 13% su quella metropolitana.
Misurando anche l’indotto, l’impatto economico totale è quantificabile in 92.284 posti di lavoro, il 61% registrati nell’ambito metropolitano, il 13% nell’ambito regionale al di fuori della città metropolitana e il 26% in Italia al di fuori del Veneto.