porti dell’Adriatico: “fare sistema per crescere”
“L’Adriatico può crescere se non altro perché oggi tutti gli scali che vi insistono messi assieme valgono forse un ottavo di un grande porto dell’Europa settentrionale”. A parlare è il presidente dell’Autorità portuale di Trieste Claudio Boniciolli, nell’occasione della chiusura, a Trieste, del progetto di cooperazione transfrontaliera Portus (che sta per Perspectives on inter-regional transport unitary system).
Il progetto nasce dall’esigenza di sviluppare una strategia comune volta a un miglioramento della competitività del sistema marittimo Adriatico, anche grazie al potenziamento delle connessioni tra i principali porti regionali e la rete di trasporti trans-europea. “L’Adriatico”, aggiunge Boniciolli, “può costituire l’accesso a quel grande retroterra che, con l’allargamento attuato e futuro dell’Unione europea, può proiettare l’Italia e il Friuli Venezia Giulia verso Est. Di certo però non basta la volontà di cooperare, che pure non manca tra operatori e terminalisti. Sono naturalmente indispensabili anche efficienti collegamenti stradali, ferroviari e telematici con le grandi reti di trasporto europeo”.
Dalla conferenza finale di Portus viene anche la richiesta della creazione di un segretariato generale tra i porti del medio e alto Adriatico, per creare un sistema portuale integrato. In programma anche la firma di un protocollo d’intesa tra le Regioni, gli Stati e le Autorità portuali, a sancire nei prossimi mesi l’ufficialità dell’iniziativa. Il progetto Portus nell’ultimo anno ha visto lavorare assieme sotto l’egida dell’Iniziativa Centroeuropea (Ince) quattro Regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, insieme ai ministeri dei Trasporti di Italia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. “Un primo risultato di Portus”, spiega Giuseppe Razza, general manager dell’Ince, “è la consapevolezza di un sistema che è sottoutilizzato. E’ una lotta tra i poveri, che invece di fare sistema competono sugli stessi settori, e così non riescono a sfidare i porti del Nord Europa”. Nel progetto sono coinvolti i porti di Ancona, Ravenna, Venezia, Trieste, Fiume, Ploce (in territorio croato, ma di fatto retroporto della Bosnia-Erzegovina), e Bar (Montenegro).Tra le prime indicazioni da attuare, la creazione di un’agenzia unitaria tra i porti per marketing e comunicazione. “Le istituzioni spingono per creare un sistema”, afferma Mauro Zinnanti, direttore del servizio logistica e trasporto Del Friuli Venezia Giulia, “ma ci sono evidenti ragioni commerciali, operatori e terminalisti, che frenano il progetto. In questo caso, però, il mercato avrà il sopravvento, l’importante è creare la cornice al sistema”.