Porti: ecco cosa prevede la riforma
Il nuovo disegno di riforma dei porti guarda alla burocrazia, snellendo le procedure per i piani regolatori e per la nomina del presidente dell’Authority, ma non inserisce la tanto attesa autonomia finanziaria.
Approvato dal governo il 17 settembre, il ddl non permetterà agli scali italiani di usufruire di un gettito dell’Iva pari al 4% che potrebbe permettere finanziamenti immediati e in autonomia per le grandi infrastrutture. Ora il disegno di riforma passa alla Commissione Lavori Pubblici del Senato ma le speranze per un testo diverso da quello licenziato lo scorso 17 aprile sono poche. Il governo, soprattutto il Tesoro, teme che quel 4% destinato ai porti possa colpire duramente i conti pubblici.
Le novità. Le procedure di approvazione dei piani regolatori, i permessi e la nomina del presidente dell’Autorità Portuale saranno velocizzate. Sui Piani Regolatori la Regione sarà obbligata a licenziare entro sessanta giorni il testo approvato dal Comitato portuale, per poi passare alla “valutazione ambientale strategica”. I tempi, quindi diventano più certi. Un nuovo sistema per la nomina del presidente dell’Autorità Portuale è l’unica, sostanziale rivoluzione. Il metodo attuale consiste in una terna di nomi indicata da Comune, Camera di Commercio e Provincia, poi sottoposta all’esame di Regione e governo. L’attuale disegno di legge prevede invece l’indicazione del presidente solo a carico della Regione con la conseguente nomina da parte del ministro delle Infrastrutture e Trasporti. Se non c’è accordo, il potere di scelta passa al ministro, che deve trovare l’intesa con la Regione. Se anche qui dovesse saltare l’intesa, la nomina la farà il Consiglio dei ministri.
Nasce, infine, il sistema logistico portuale, un luogo di coordinamento delle attività di più porti e retroporti appartenenti ad un medesimo bacino geografico o al servizio di uno stesso corridoio europeo. In realtà questi sistemi già esistono da tempo, come quello dell’Alto Adriatico, ma con il nuovo ddl saranno ufficializzati per legge.
Paolo Bosso