Assoporti: nei primi nove mesi dell’anno si consolida la ripresa del traffico marittimo
Nei primi nove mesi del 2022 i traffici via mare hanno registrato una decisa ripresa rispetto agli anni precedenti arrivando addirittura a superare, nel valore complessivo, quelli dello stesso periodo del 2019 (+2,7%), quindi dell’ultimo anno prima della pandemia. Rispetto al 2021 la crescita arriva a +3,4% con oltre 362 milioni di tonnellate movimentate.
Questa, in estrema sintesi, la fotografia della tendenza che ha caratterizzato i commerci marittimi nei primi tre trimestri dell’anno che sta per concludersi, scattata da Assoporti.
In particolare, risultano in crescita rispetto al 2021 tutte le principali categorie merceologiche:
- rinfuse liquide +4,4%
- rinfuse solide +8%
- container +5,2%
- ro-ro -1,5%
- altre merci (c.d. breakbulk) +2,2%
Tuttavia – precisa l’associazione che rappresenta i porti italiani – sui dati commerciali influiscono ancora i fenomeni imprevisti e imprevedibili che stanno caratterizzando gli scenari globali quali una pandemia persistente e la guerra in Ucraina, e che stanno impattando su rotte e strategie di investimento delle imprese manifatturiere.
“La guerra in Ucraina continua ad infliggere colpi molto duri al trasporto marittimo, in particolare quello connesso alle materie prime e all’energia – sottolinea il presidente Rodolfo Giampieri –. Un ragionato ottimismo ci porta a sperare che questa situazione si dovrà risolvere in tempi auspicabilmente brevi”.
Si intravede un miglioramento anche per il trasporto passeggeri: il dato di questo segmento è passato, infatti, da un -55,5% sul 2020 a un più confortante -6,3% sul 2021. Sul traffico crociere, nello specifico, si assiste a un’importante inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni, anche se permane ancora un quasi -30% rispetto ai livelli pre-Covid.
Porti italiani più sostenibili, digitalizzati e resilienti
I dati dei volumi movimentati – sottolinea Assoporti – confermano la ripresa in atto della portualità nazionale che sta ancora cercando di rispondere con forza ai duri eventi che stanno caratterizzando l’economia globale. Una portualità che si conferma fondamentale asset al servizio del Paese che continua a servire l’internazionalizzazione delle imprese, i traffici di cabotaggio, i traffici energetici e il turismo.
La portualità nazionale inoltre è impegnata nello sforzo progettuale connesso all’esigenza di utilizzare la quota parte dei fondi del PNRR e del Fondo Complimentare, che chiama gli scali ad essere più sostenibili, digitalizzati e resilienti, oltre che intermodali e attrattivi per gli investimenti esteri con le ZES e le ZLS.
“In questo momento – conclude Giampieri – gli scali italiani stanno vivendo un importante cambio di paradigma; non solo traffici ma investimenti in infrastrutture e info-strutture, sfide del PNRR, esigenza di diventare comunità energetiche, più intermodalità, più innovazione e sempre più al servizio del territorio. Comincia ad essere percepita la valenza strategica dei porti e quanto queste infrastrutture abbiano un valore sempre maggiore in ambito geopolitico e geostrategico, e l’attenzione crescente del mondo politico è un importante indicatore. I dati stanno mostrando forte capacità di reazione, e tutti i player del settore si stanno adoperando con decisione al fine di sostenere gli obiettivi promossi con decisione dal Governo, come dalle istituzioni nazionali ed europee, di crescita economica ed occupazionale del Paese”.