Assoporti: nel 2021 è iniziata la risalita dei porti italiani
La crescita del trasporto marittimo mondiale, in termini di tonnellaggio, è attesa al 3,4% nel 2022: ad avanzare sono soprattutto i porti di Medio Oriente e Nord Africa, riducendo il gap con gli scali dell’Europa settentrionale.
Rimane elevata la dipendenza italiana dal commercio internazionale via mare: un terzo dell’import-export di tutte le Regioni italiane avviene via nave, e nel Mezzogiorno il dato sale fino al 60%. Dopo il calo del 17% che ha interessato il 2020, il primo semestre dell’anno scorso ha mostrato segnali di miglioramento con un incremento del 33%: sono nove le Regioni italiane che superano gli 8 miliardi di euro di import-export marittimo, con in testa Lombardia ed Emilia-Romagna.
Questi i principali dati contenuti in Port Infographics, nuovo format della newsletter di Assoporti e Studi e ricerche per il Mezzogiorno (Srm), centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, che vuole offrire agli operatori uno spaccato sul Mediterraneo e sulla valenza del trasporto marittimo e della portualità a livello globale, nonché il posizionamento dell’Italia, alla luce dei cambiamenti strutturali seguiti alla pandemia, con i riflessi sul commercio internazionale.
“I dati – spiega il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis – dimostrano che i porti italiani crescono e questa tendenza è destinata a rafforzarsi anche grazie al Pnrr che assegna ai nostri scali quasi quattro miliardi di euro. Un sistema portuale forte e resiliente è una componente fondamentale per un Paese che vuole essere competitivo e attrattivo sotto il profilo commerciale e giocare il ruolo che gli compete negli scenari e nelle sfide geo economiche del Mediterraneo”.
Oltre a fornire i principali dati di traffico, la pubblicazione si sofferma anche su fenomeni che caratterizzano il settore marittimo, e che impatteranno sulla competitività delle infrastrutture portuali, come l’impennata dei noli, la ridotta affidabilità dei servizi di trasporto, il container shortage (carenza di container). Previsti focus specifici dedicati alla sostenibilità e all’occupazione femminile in ambito marittimo, che si prevede ricoprirà un ruolo sempre più rilevante.
Nel 2021 il Mediterraneo è tornato ad avere un ruolo strategico
L’anno appena concluso ha messo in luce la fragilità delle catene di fornitura globali: l’impennata dei noli caratterizza lo shipping su tutte le principali rotte, e si rileva una minore qualità del servizio di trasporto containerizzato (a novembre 2021 solo il 34% delle navi è arrivato in orario nel porto di destinazione).
Nel 2021, in ogni caso, inizia la risalita dei porti italiani: i primi nove mesi indicano una ripresa del 10%, pari a oltre 345 milioni di tonnellate: buoni ritmi per gli investimenti in sostenibilità, mentre cresce il business del bunker e sale l’occupazione femminile.
“Illustrare possibili scenari e prossime sfide è importante perché conoscere è essenziale per decidere”, ha spiegato il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, aggiungendo che i porti sono in una fase di trasformazione sotto molto punti di vista e il Mediterraneo è tornato ad avere un ruolo centrale e strategico per i traffici mondiali.