Porti: La Spezia verso la prima Zona Franca Doganale
Le ZFD consentono il deposito delle merci in sospensione dei pagamenti e dei diritti doganali e rendono possibile anche la lavorazione
Il porto della Spezia, insieme con il retroporto di Santo Stefano Magra, si sono attivati per rendere operativa la prima Zona Franca Doganale del Paese.
Le Zone Franche Doganali rappresentano un salto di qualità potenzialmente decisivo. Consentono il deposito delle merci in sospensione dei pagamenti e dei diritti doganali, ma rendono possibile anche la lavorazione di queste merci, favorendo l’insediamento nelle aree ZFD di vere e proprie attività produttive.
La notizia è stata diffusa da Alessandro Laghezza, anche presidente dell’associazione spedizionieri.
Laghezza ha lanciato un appello alle istituzioni competenti, in primis all’Agenzia delle Dogane, per accelerare i tempi e applicare la norma sulle ZFD che regolamenta le Zone Logistiche Speciali e prevede l’introduzione, all’interno delle stesse, di vere e proprie Zone Franche Doganali.
Il plug & play system La Spezia e retroporto
“Il fatto che i riflettori – prosegue il portavoce della Community portuale spezzina – si siano accesi sul porto della Spezia e sul retroporto di Santo Stefano Magra non ha nulla di casuale: al di là di quanto avviene per altre Zone Logistiche Speciali che necessitano di una progettazione degli spazi, delle aree di stazionamento e magazzino delle merci, ma anche dei servizi shuttle da e per il porto in simbiosi del quale sono chiamate a operare, quello composto dallo scalo spezzino e dal retroporto è già oggi un sistema operativo, un vero e proprio plug & play system, in grado di garantire piena funzionalità in tempi brevissimi”.
Secondo la Community, essenziale sarà anche il ruolo di regia dell’autorità di Sistema Portuale, che sull’integrazione del retroporto e quindi sulla formula stessa di un “porto largo” ha scommesso da tempo, costruendo un modello potenzialmente valido anche per altri porti nazionali.