Porti: firmata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL dei lavoratori, ecco cosa prevede
L’accordo si riferisce al triennio 2024-2026 e include attenzione anche ai temi della sicurezza, della formazione e delle ferie
Firmata questa mattina un’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL lavoratori dei porti, dopo un lungo anno di trattative e giornate segnate da interruzioni e scioperi.
Le associazioni datoriali Assiterminal, Assologistica, Assoporti e FISE-Uniport, insieme ad Ancip, hanno infatti siglato l’accordo con i segretari nazionali e le delegazioni territoriali di FILT CGIL, UILTrasporti e FIT CISL. Da questo momento in poi le assemblee dei lavoratori ed i referendum sigleranno l’approvazione definitiva del CCNL.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini ha seguito attentamente le trattative, mostrando continua disponibilità al dialogo. Assiterminal, insieme ai colleghi della delegazione trattante datoriale di ASSOLOGISTICA, ASSOPORTI e FISE UNIPORT con ANCIP, esprime la propria soddisfazione per il rinnovo del CCNL come elemento di regolazione ed efficienza nei porti italiani.
“Il contratto di lavoro dei porti è un elemento fondamentale per regolare l’occupazione e la produttività delle imprese e dei terminal portuali. Questo risultato, atteso da mesi, è il frutto dell’impegno e della responsabilità di tutte le parti coinvolte”- ha commentato il Vice Ministro Edoardo Rixi.
Cosa prevede l’accordo per il rinnovo del CCNL lavoratori porti
L’ipotesi di accordo si riferisce al triennio 2024-2026 e prevede un aumento mensile diviso in tre parti: 150 oppure 200 euro lordi mensili come minimo conglobato (a seconda dei livelli), 50 euro lordi mensili come elemento distintivo di retribuzione e 120 euro annuali per il welfare. I pagamenti saranno erogati in tre rate (novembre 2024, dicembre 2025 e dicembre 2026). Previsto anche un importo saltuario di 600 euro, sempre in tre rate.
Il recupero del potere di acquisto
Le organizzazioni sindacali spiegano: “L’ipotesi di rinnovo con un aumento a regime di 200 euro sulla parte retributiva e 120 euro annue di welfare con 600 euro di vacanza contrattuale permette il recupero del potere d’acquisto del salario delle lavoratrici e dei lavoratori fortemente eroso in questi ultimi anni dove si è registrata un’alta inflazione. Inoltre, è stata riconosciuta una giornata di ferie a partire dal 2025 e una rivalutazione degli scatti di anzianità. A valorizzare ancor più il contratto è l’elemento di salvaguardia retributivo da riconoscersi dal 2027 qualora il prossimo rinnovo non avvenisse nei tempi prestabiliti”.
Sul fronte normativo è infine prevista un’analisi del fenomeno della micromobilità, maggiori sanzioni disciplinari in materia di sicurezza sul lavoro, ed interventi mirati alla formazione e alle ferie (un giorno in più dal 2025).
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