Porti toscani: primi segnali di ripresa a Livorno; ancora in difficoltà Piombino
Il porto di Livorno mostra segni di ripresa dopo gli effetti della pandemia sui traffici commerciali nel 2020: nel primo trimestre 2021, secondo i dati dell’Autorità di sistema dell’Alto Tirreno, lo scalo toscano ha movimentato 8.592.390 tonnellate di merce, archiviando il periodo di riferimento con un +8,5% sui primi tre mesi dello scorso anno.
Per numerose tipologie di traffico (rinfuse liquide, solide, Ro-Ro e prodotti forestali), i risultati di gennaio e febbraio hanno mostrato valori positivi anche al confronto con i primi due mesi dell’anno scorso. Risultano in aumento sia le rinfuse liquide (+19,9%) che quelle solide (+26,7%), rispettivamente attestatisi attorno alle 2,2 milioni di tonnellate movimentate.
Il traffico Ro-Ro è aumentato del 10,3%, a 3,7 milioni di tonnellate. In crescita anche il general cargo (+14,8%, a 489mila tonnellate). In leggera flessione il settore dei container che tra gennaio e marzo, è diminuito del 6%, a 2 milioni di tonnellate. In termini di Teu movimentati, il porto ha sbarcato e imbarcato 173.162 contenitori da venti piedi, 12mila in meno rispetto a gennaio-marzo 2020 di cui quasi la metà relativi ad attività di transhipment (-10,1%). Se si esclude l’attività di trasbordo, risultano sbarcati e imbarcati 122.960 Teu, il 5,2% in meno rispetto ai volumi dei primi tre mesi del 2020. In lieve crescita la movimentazione dei container vuoti (+1,3%) mentre sono risultati in calo i container pieni (-6,9%) sia in import (-10,2%) che in export (-4,6%) sullo stesso periodo dell’anno precedente. Segno positivo anche per i mezzi commerciali (guidati e semi rimorchi) sbarcati e imbarcati dalle banchine sono stati 127.862, il 9,5% in più rispetto all’anno precedente.
“Il 2020 – osserva il presidente dell’Adsp livornese Luciano Guerrieri – è stato un anno devastante per tutta la portualità italiana. I dati di questo inizio d’anno sono confortanti e indicano un primo significativo segnale di ripartenza che dovrà trovare conferma nei prossimi mesi”.
Piombino e porti dell’Elba ancora alle prese con flessioni di traffico passeggeri e merci
Ammontano a 673mila tonnellate le merci movimentate nel porto di Piombino nel primo trimestre del 2021, che registra dunque un decremento del 15,5% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati dell’Autorità di sistema, risultano in calo sia il traffico delle rinfuse solide (-20,5%, a 357mila tonnellate) sia la merce rotabile, che è diminuita del 10,4%, attestandosi attorno alle 302mila tonnellate di merce movimentata.
In termini di unità, i mezzi commerciali movimentati sono stati 17.582, in aumento del 7,1% rispetto a gennaio-marzo 2020.
In calo anche il traffico dei passeggeri dei traghetti: -22%, fermo a 160.377 unità, mentre risulta completamente assente quello dei croceristi, a causa degli effetti dell’emergenza Coronavirus. Nel periodo di riferimento sono arrivate nel secondo porto dell’Authority 2.127 navi, il 9,1% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Aumentata anche la stazza media di ciascuna unità navale (+15,6%).
Anche i porti elbani (Portoferraio, Rio Marina e Cavo) hanno chiuso il trimestre con una flessione del traffico complessivo pari al 10%: sono state movimentate quasi 300mila tonnellate di merce. Qui il traffico rotabile, business principale assieme ai passeggeri, ha fatto registrare una diminuzione in termini di tonnellate del 10,5%, anche se sono complessivamente state movimentate 17.279 unità, +7,3% sul periodo precedente.
“I porti dell’Alto Tirreno – aggiunge il presidente Guerrieri – stanno gradualmente uscendo dalle secche della crisi pandemica, mostrando segnali di controtendenza non soltanto con riferimento a marzo 2020, il mese nero in cui tutto ha avuto inizio, ma anche in relazione ai mesi di gennaio e febbraio, che nell’anno precedente non erano stati contaminati dalla diffusione del Covid. Riteniamo che la strada tracciata sia quella giusta e con la collaborazione di tutti, operatori e istituzioni, riusciremo a traguardare nuovi obiettivi di sviluppo”.