Porto di Napoli e Salerno: traffico merci in calo
L’allarme sulla crisi che investe il settore dei trasporti, non solo marittimi, lanciato dal gruppo Smet.
I dati diffusi dall’Autorità portuale del Mar Tirreno Centrale, da cui dipendono i porti di Napoli e Salerno non sono positivi. Anzi. I primi sei mesi del 2023 fanno registrare una notevole flessione del traffico merci.
La percentuale è del 3,8% in meno rispetto a gennaio – giugno 2022. Va anche peggio se si guarda ai dati relativi a Salerno, dove nei primi sei mesi del 2023 sono state movimentate complessivamente 6.519.665 tonnellate di merci, con una flessione del 5,7% rispetto all’anno precedente. Ancora più critico lo scenario del trasporto ro-ro, che è la vocazione del secondo porto campano: 111.244 unità rotabili, con un calo dell’8,3% rispetto ai primi 6 mesi 2022.
Dati, insomma, che denunciano una crisi dei traffici marittimi, ma non solo. Ad analizzarli, con grande preoccupazione, è Domenico De Rosa, Ceo del gruppo Smet.
“Non nascondiamo la preoccupazione per questa significativa flessione, che rappresenta a nostro avviso un indicatore economico fortemente negativo non solo per il Mezzogiorno ma anche per tutto il Paese – commenta De Rosa che amplia il discorso non solo al settore marittimo, ma ai trasporti in genere – Si tratta infatti di un’ennesima brusca frenata, che in ultima analisi dobbiamo ricondurre all’eccessiva attenzione da parte della BCE al rientro dell’inflazione al 2% e ad una politica monetaria di continuo rialzo dei tassi di interesse, che ha sottratto risorse agli investimenti delle imprese e alla capacità di acquisto dei privati cittadini, danneggiando gravemente l’economia reale. Servono misure urgenti per favorire la ripresa”.
Una preoccupazione, quella per il costante rialzo dei tassi di interesse, che negli ultimi giorni ha attraversato l’intero parterre politico nazionale.
De Rosa, partendo dai dati salernitani, esprime la propria preoccupazione anche per l’altra questione che sta tenendo banco nell’ultimo mese: la Zes Unica per il Sud.
“Operando regolarmente nei retroporti di Salerno e di altri scali del Mezzogiorno, vogliamo esprimere preoccupazione anche per la nuova normativa ZES, che crea una Zona Economica Speciale Unica per tutto il Sud Italia e stabilisce uno speciale credito d’imposta da cui però vengono esclusi settori produttivi strategici, tra cui quello dei trasporti – e lancia un appello – Confidiamo in modifiche adeguate, che possano attrarre investimenti collegati ai flussi commerciali internazionali”.
Per il Ceo della Smet l’unica soluzione possibile è invertire la tendenza al rialzo dei tassi che frenano i consumi e che, uniti all’aumento esponenziale dei costi dell’energia, stanno creando una contrazione economica difficilmente arrestabile.
“Ci auguriamo che la BCE non alzi i tassi di interesse oltre il 4% toccato con l’ultima stretta di alcuni giorni fa e che già ad aprile 2024 possa avvenire un primo taglio. Ma certo è che la crisi energetica ha contribuito in maniera decisiva alla crescita dell’inflazione. Lo stesso aumento del petrolio, che attualmente sfiora i 100 dollari al barile, rischia di infiammare nuovamente l’inflazione, proprio quando urge un cambiamento radicale nella politica monetaria perseguita dall’Europa”.