Porto di Trieste: 1 miliardo per il rilancio dell’economia del mare e del retroporto
Spinta alla ripresa degli investimenti 4.0 sostenibili delle piccole e medie imprese e crescita attraverso il ricorso alla finanza straordinaria e alla digitalizzazione, promuovendo e sostenendo progetti strutturali nazionali e territoriali, programmi di sviluppo imprenditoriale singoli e in filiera e iniziative ad elevato impatto economico e sociale che possano attrarre investitori
Questi i principali ambiti su cui si sviluppa l’accordo siglato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e Intesa Sanpaolo per promuovere lo sviluppo dell’attività portuale e dell’economia ad essa collegata che possa generare un impatto positivo anche per l’entroterra triestino. Stanziato un plafond di 1 miliardo di euro di nuovo credito.
L’iniziativa rientra nei progetti previsti da Motore Italia, il programma di Intesa Sanpaolo di finanziamenti e iniziative per consentire alle piccole e medie imprese sia di superare la fase di difficoltà causata dalla crisi pandemica e sia di rilanciarsi attraverso progetti di sviluppo e crescita, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
In quest’ambito, in coerenza con le prossime iniziative pubbliche previste dal PNRR per migliorare la competitività del sistema portuale, l’accordo prevede le attività:
• accompagnare le imprese nel processo evolutivo verso criteri orientati ai principi dell’Environmental, Social and Governance (ESG) e della Circular Economy;
• realizzazione di iniziative rivolte allo sviluppo e alla promozione dell’innovazione nel territorio;
• sostegno alla nascita di nuove imprese e alla loro crescita;
• promozione di forme strutturate di collaborazione in reti di filiera delle piccole e medie e delle microimprese, favorendo l’accesso al Programma Filiere di Intesa Sanpaolo;
• promozione di nuovi investimenti produttivi anche a seguito di attività di attrazione e di reshoring;
• formazione manageriale nelle imprese a partire dagli aspetti della gestione innovativa della finanza;
• favorire e sostenere investimenti anche esteri che possano generare nuove opportunità di sviluppo economico e sociale del territorio;
• promuovere iniziative di welfare e di impact banking in ottica Corporate Social Responsibility (“CSR”).
L’importanza strategica del settore marittimo nel Friuli Venezia Giulia
Il settore marittimo nel Friuli-Venezia Giulia ha un’importanza strategica: da quanto emerge da una ricerca curata da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM), attiva 1,7 miliardi di euro di valore aggiunto.
Le industrie della regione hanno generato un import export via mare pari a 9,2 miliardi di euro. Una cifra che rappresenta il 45% del totale interscambio del territorio a significare come il sistema produttivo sia fortemente dipendente dalla logistica marittima e dalla portualità.
La regione vanta un numero di imprese che lavorano nel settore della logistica merci pari a circa 1.700 unità e occupano circa 20 mila addetti. Il porto di Trieste si è confermato il primo porto italiano anche nel 2021 per merci movimentate, con un forte recupero sul primo anno della pandemia: +2,23% i volumi totali, con oltre 55 milioni di tonnellate.
Il mese di aprile 2022 ha visto raggiungere il record assoluto per il traffico contenitori sfiorando gli 80.000 TEU, con un aumento a doppia cifra sullo stesso periodo del 2021 (+45%).
Permane la valenza strategica del porto sulle interconnessioni mare-ferro, uno dei pilastri della sostenibilità, menzionata anche nel PNRR. I dati sulla movimentazione ferroviaria del 2021 confermano, infatti, il primato di Trieste in questo settore: con oltre 9.300 treni movimentati (+15,13%), superando quota 10.000 considerando i numeri del porto di Monfalcone, e un network di destinazioni che conta su più di 200 partenze settimanali via treno verso tutta Europa.
“Il rilancio del porto presuppone una componente di finanziamento che non viene generata dall’Autorità di Sistema, e che è sicuramente superiore a quella generata dal pubblico – dichiara Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale –. Uno sviluppo che parta dalle banchine per abbracciare le attività logistiche e industriali all’interno del porto franco ha bisogno di essere sostenuto anche da strumenti finanziari adatti a un modello complesso come il nostro e, da una integrazione tra mondo pubblico e privato. L’accordo con Intesa Sanpaolo va proprio in questa direzione, inserendosi in un piano di sviluppo armonico che è il presupposto della visione di crescita complessiva del nostro sistema portuale”.