Recovery plan: Assoporti, maggiori ristori per le attività portuali colpite dalla crisi pandemica
Assoporti chiede maggiori risorse da destinare nel 2021 al ristoro delle attività portuali che hanno visto il loro fatturato ridursi drasticamente per effetto della pandemia.
La richiesta è stata avanzata oggi in audizione nelle commissioni riunite Bilancio e Trasporti della Camera sulla proposta di Recovery plan.
“Molte imprese hanno e stanno ancora affrontando difficoltà a seguito della riduzione dei traffici in misura tale che si potrebbero avere effetti negati anche in termini occupazionali – ha detto il presidente di Assoporti, Daniele Rossi, in audizione nelle commissioni riunite Bilancio e Trasporti della Camera sulla proposta di Recovery plan -. Pensiamo in particolare alla riduzione dei canoni di concessione, norma inserita per l’anno 2020 che dovrebbe essere estesa anche all’anno 2021,magari anche aumentandone la portata”.
La questione dragaggi
L’associazione ritiene indispensabile semplificare al massimo adempimenti e procedure riguardanti la realizzazione di opere di infrastrutturazione nei porti, con particolare attenzione ai dragaggi.
“I dragaggi sono il nodo cruciale del funzionamento del sistema portuale italiano, non solo nell’Adriatico (dove il problema è di una sensibilità estrema per la natura del fondale dei porti). Perdere profondità dei fondali del porto vuol dire ridurne la competitività sino ad annullarla. Le dimensioni del naviglio stanno crescendo, sono cresciute e sono destinate nei prossimi anni a crescere ancora, e quindi hanno bisogno, che ci piaccia o che non ci piaccia, di porti capaci di ospitarli. Questo significa introdurre normative specifiche che consentano di fare i dragaggi di manutenzione: è un elemento indispensabile senza il quale tutto il resto degli investimenti che si aggirano attorno ai porti rischia di diventare superfluo”.
Migliorare i collegamenti ferroviari
“Aspetti determinati per la portualità nazionale sono quelli della digitalizzazione dei processi, non sono quelli connessi alle attività di import/export ma anche tutti gli altri processi connessi alla fluidificazione dell’entrata e dell’uscita dai porti di mezzi, di merci e di persone, e lo sviluppo sostenibile dei piani e dei programmi infrastrutturali finalizzati alla transizione energetica per la riduzione delle emissioni nocive”.
Rossi ha segnalato infine l’esigenza di incrementare le risorse per il miglioramento dei collegamenti di ultimo/penultimo miglio ferroviario con le reti Ten-T.
“Non vi è dubbio – ha detto ancora il presidente di Assoporti – che i maggiori porti interessati dal Pnrr, Genova e Trieste, rappresentano snodi strategici per l’Italia e per l’Europa nei traffici da e per il Medio/Estremo Oriente, ma riteniamo necessario indicare nel Pnrr gli interventi previsti anche negli altri porti di competenza delle autorità di sistema portuale, fermo restando il generale apprezzamento per quanto già inserito nel Pnrr. In particolare per i porti del Meridione tale valorizzazione passa necessariamente attraverso la previsione di specifici interventi per realizzare efficaci collegamenti con le linee ferroviarie veloci”.