Roma Capitale di un Paese Marittimo? Il convegno organizzato da Confitarma e Shipping 4.0
“Abbiamo visto quello che è successo con energia e carburante, e per questi aspetti condividiamo l’urgenza di implementare e rendere strutturali strumenti come il Marebonus e il Ferrobonus, ma iniziamo a fare i conti con la difficoltà a reperire materie prime fondamentali come grano, argilla, carbone, acciaio, i cui prezzi stanno schizzando verso l’alto. Roma deve essere la capitale di un Paese marittimo, e per questo stiamo lavorando con il Ministero degli Affari Esteri per stringere nuovi accordi commerciali con altri attori che siano in grado di esportare queste commodity: occorre fare in fretta, per non farsi superare da altri Paesi, che hanno le nostre stesse difficoltà, e per calmierare l’inevitabile effetto inflattivo cui stiamo assistendo”.
Così il presidente di Assarmatori Stefano Messina nel corso del suo intervento in occasione di “Shipping 4.0: RoMare – Roma: Capitale di un Paese Marittimo?”, evento organizzato da Confitarma e Shipping 4.0, a cui hanno partecipato rappresentanti del governo e delle istituzioni e operatori marittimi e portuali per fare il punto sullo stato dei trasporti marittimi nel nostro Paese e sul ruolo del governo e delle istituzioni centrali nel gestire criticità e peculiarità di questo periodo certamente critico per il settore.
La marittimità del Paese governata da Roma
“Il cluster marittimo portuale deve avere regole chiare e le aziende che stanno investendo in sostenibilità devono poter contare su misure incentivanti adeguate al rapido raggiungimento dei target internazionali. In Europa si deve comprendere che alcune best practice come marebonus e ferrobonus sono essenziali per lo sviluppo economico di un intero comparto”.
Così Marcello Di Caterina, vicepresidente e Direttore di Alis, nel corso della Tavola Rotonda che ha affrontato i principali temi che pongono il mondo del mare al centro dell’attenzione del Paese.
Federica Barbaro, presidente del Gruppo Tecnico Trasporti e logistica internazionali di Confitarma, ha brevemente illustrato la sua esperienza di armatore operante nel mercato dei trasporti russo, evidenziando come in questo particolare difficile momento per tutto il mondo, ferma restando l’assoluta priorità della sicurezza degli equipaggi, si renda necessario un allineamento dei livelli MARSEC nel contesto UE per evitare ulteriori impatti negativi sulla competitività delle imprese di navigazione italiane.
A nome di Assoporti, Fulvio Di Blasio, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale, si è soffermato sul ruolo della politica nazionale in generale, e in particolare del MIMS, nei confronti del sistema portuale italiano. Il problema – ha sottolineato – è riuscire a fare scelte strategiche multilayer (innovazione, investimenti, sostenibilità) gestito con un forte coordinamento centrale che lasci l’autonomia dei porti che anche in questi anni difficili hanno svolto un ruolo fondamentale per la logistica e l’intermodalità
Francesca Aielli, della Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, le infrastrutture portuali e il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del MIMS ha garantito l’attenzione al comparto marittimo anche in questo momento di criticità determinato sia dalla pandemia, sia dalla guerra in Ucraina sia da nuovi recenti assetti relativi alla continuità territoriale del Paese.
Giuseppe Mele, direttore area della coesione territoriale e infrastrutture di Confindustria, ha annunciato l’evento che Confindustria sta organizzando con tutte organizzazioni del sistema legate all’economia marittima intitolato “Progetto mare” che si terrà il 12 e 13 maggio, per sottolineare l’importanza strategica del settore. L’interrogativo è se veramente da Roma si governa il mare in tutti i suoi aspetti. L’impressione è che manchi una vera Cabina di Regia che sia in grado di comprendere e guidare tutti i complessi aspetti dell’economia del mare.
Mario Mattioli, presidente di Confitarma e della Federazione del Mare, ha affermato che “i modelli vincenti sono quelli in cui ci sono delle specializzazioni e si realizzano economie di scala. Per poter fare questo, vi deve essere un’unica pianificazione nazionale e non tante quante sono le nostre Regioni.
Roma, che è la sede politica e amministrativa del Paese, deve quindi giocare un ruolo determinante anche per l’economia del mare”. In proposito Mattioli, collegandosi a quanto annunciato dal Giuseppe Mele, ha ribadito che la delega specifica per l’economia del mare che Confindustria ha istituito con la nuova governance, va proprio sulla linea che mira a far capire alle nostre istituzioni che il tema del mare deve essere non solo capito ma testimoniato ai massimi livelli.
Roma al centro della formazione e dell’occupazione marittima
In questa Tavola Rotonda Francesco Benevolo, direttore RAM, ha illustrato il fondamentale ruolo del sistema portuale e del trasporto marittimo nell’ambito dei processi economico-occupazionali a livello sia nazionale che regionale. Soprattutto la Regione Lazio ha deciso di riappropriarsi della propria identità marittima con il Piano per la Blue economy con particolare attenzione alla formazione.
A livello nazionale il mare è certamente un settore trainante per il Paese. Purtroppo, oggi manca un’informazione adeguata che rende difficile alle giovani generazioni di avvicinarsi alle carriere della logistica e del mare.
A questo proposito, Rosalba Bonanni, in rappresentanza della Direzione Sistema nazionale gestione qualità formazione marittima del MIUR, ha brevemente illustrato le strategie che il Ministero ha avviato per garantire la competitività della gente di mare, categoria ricca di figure professionali di bordo e di terra considerato per decenni di elevata qualità, che oggi però rischia di non reggere le sfide del mercato globale.
In questo contesto grazie al PNRR si potrà agevolare la riduzione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro intervenendo sui percorsi formativi, sulla base dei modelli degli ITS, guardando alle competenze per l’occupazione per reimpostare percorsi calibrati in base alle specificità e alle esigenze dei singoli cluster e distretti produttivi.
Salvatore d’Amico, presidente del Gruppo Giovani Armatori e del Gruppo Tecnico Education di Confitarma, ha evidenziato che tra le figure professionali da impiegare a bordo emerge una grave carenza per quanto riguarda sia i sottufficiali che gli ufficiali. Gli ITS sono quindi centri fondamentali per la formazione non solo per le attività di bordo ma anche per quelle di terra e aprono notevoli opportunità per le nuove generazioni.
Secondo Marco Verzari, segretario nazionale della Uiltrasporti, in Italia c’è un problema di sistema che rende difficile poter coniugare l’offerta e la domanda di lavoro. Per tale motivo occorre che il processo formativo interagisca con quello della certificazione (che non può essere a carico del lavoratore) e con un collocamento che sia riformato e funzionale ed in grado di creare la correlazione tra la domanda e l’offerta.
Luca Trevisan, direttore risorse umane del Gruppo Contship e presidente della Commissione formazione di Assiterminal, ha affermato che la formazione professionale nelle aziende fa rima con sviluppo aziendale ed è propedeutica al percorso di innovazione tecnologica e supporta lo sviluppo delle aziende stesse portuali e dell’innovazione tecnologica necessaria a tale sviluppo.
Fattori di sviluppo del cluster marittimo
Durante la Tavola Rotonda “Condividere un futuro sostenibile: ambiente, cultura, sicurezza, alimentazione: fattori di sviluppo del cluster marittimo”, Cesare d’Amico, presidente del Gruppo di lavoro Cyber Maritime Security di Confitarma, ha ricordato che nel 2005, con la lotta alla pirateria marittima si è ulteriormente rafforzata e ha avuto un gran successo la sinergia istituzioni e industria marittima italiana. L’auspicio è che lo stesso possa avvenire anche nella lotta alla minaccia cyber che si fa sempre più pericolosa anche nel settore marittimo.
Rossella Carrara, VP External Relations & Sustainability di Costa Crociere, rispondendo alle sollecitazioni non solo delle associazioni ambientaliste presenti (Marevivo e WWF) ma anche della comunità sulla necessita di accelerazione nella transizione energetica, ha sottolineato i risultati concreti già ottenuti dal Gruppo, che oggi è l’unico ad avere già 4 navi alimentate a Gnl, la tecnologia più avanzata attualmente disponibile per la riduzione delle emissioni nel settore marittimo, con test su batterie e celle combustibili in corso, nella riduzione degli sprechi alimentari del 35% e nella sensibilizzazione dei propri ospiti a un turismo responsabile.
Alessandro Ferrari, direttore Assiterminal, ha sostenuto l’efficacia del modello di sostenibilità delle crociere, come punto di collegamento tra blue economy e green economy, evidenziando che anche i porti possono essere uno strumento per favorire la transizione energetica sia a favore delle navi e quindi dei traffici marittimi, che a favore delle città portuali, quindi non solo in funzione dello sviluppo dell’intermodalità. A tal fine però occorre che anche le norme o i vincoli ambientali si adeguino ai cambiamenti.
I porti della Capitale al centro dello sviluppo del Sistema Paese
In questa ultima Tavola Rotonda, Pino Musolino, presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, ha parlato dell’inserimento dell’Autorità di Civitavecchia nei porti CORE con il conseguente accesso facilitato ai fondi europei. In termini infrastrutturali l’AdSP è orientata a una diversificazione dei traffici oggi prevalentemente concentrati su quelli crocieristici.
Emanuele Gesù, Head Small Scale Lng Snam, ha illustrato il bunkering ship to ship a Civitavecchia realizzato tramite i rigassificatori di Snam del mare Tirreno affermando che il porto può diventare un sistema energetico indipendente.
Eric Gerritsen, Director Public Affairs di Costa Crociere, ha affermato che il cold ironing è un passo determinante per modernizzare i porti ed è essenziale per impattare sulle emissioni a tutto vantaggio della comunità portuale e della città. Inoltre, va visto nel suo insieme che è composto da quattro principali aspetti: la fonte energetica, il sistema di tariffazione, il sostegno del governo per il refit sulle navi e infine le batterie di bordo per consentire alla nave di fare il primo e l’ultimo miglio senza accendere i motori.
Concludendo l’evento, Luca Sisto, direttore generale di Confitarma, ha ringraziato tutti i partecipanti e sottolineato la necessità di far conoscere all’opinione pubblica e anche alle istituzioni l’importanza del mondo del mare e soprattutto l’importanza di avere una capitale del nostro Paese che esprime una molteplicità di protagonisti a livello istituzionale imprenditoriale e associativo di grande livello che con tutte le loro peculiarità e caratteristiche danno tanto per il benessere del Paese ma hanno anche bisogno di specifiche competenze e di una governance dedicata che comprenda e valorizzi tutte le potenzialità di un mondo “tanto silenzioso quanto straordinario: il mondo del mare”.