Sicurezza nei porti: un convegno di ICSA sul Passenger Name Record nel marittimo
La procedura PNR applicata al trasporto via mare e la raccolta anticipata dei dati dei viaggiatori marittimi sono solo alcuni dei temi trattati
Sicurezza nei porti: si è svolto mercoledì scorso il Convegno “Sicurezza e ottimizzazione del flusso di passeggeri nei porti e alle frontiere: Entry/Exit System e ipotesi di estensione del PNR al comparto marittimo” organizzato dalla Fondazione ICSA presso la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia di Roma.
I temi trattati sono stati quelli relativi ai benefici dell’introduzione del sistema europeo di ingressi/uscite nel settore marittimo, l’ipotesi di estensione della procedura PNR al trasporto via mare, i vantaggi derivanti dalla raccolta in anticipo dei dati dei viaggiatori marittimi e dal controllo automatizzato delle frontiere, e infine le soluzioni innovative per la raccolta e l’analisi delle informazioni dei viaggiatori e per la velocizzazione delle operazioni di gestione dei transiti ai valichi di frontiera.
L’evento si è svolto con il contributo di SITA, fornitore leader globale di soluzioni tecnologiche per l’aviazione, che ha condiviso le competenze acquisite nella gestione dei flussi di passeggeri nel trasporto aereo anche per il settore marittimo, adattandole a specifiche esigenze dei porti e delle frontiere marittime.
Il sistema EES per la sicurezza
Elda Turco Bulgherini, esperta di diritto della navigazione e moderatrice del convegno, ha ricordato come il sistema di ingresso elettronico per la registrazione e le uscite nello spazio Schengen rientri nel progetto Smart border della Commissione europea. Un progetto che “intende modernizzare la gestione delle frontiere, aumentare la sicurezza dello spazio Schengen e accelerare l’automazione dei processi per rendere, più efficaci i controlli alle frontiere”.
Il sistema EES che, entrerà in vigore nell’ottobre 2024, serve per il calcolo della durata del limite complessivo del soggiorno autorizzato dei cittadini di Paesi terzi nel territorio degli Stati membri e sostituirà le procedure manuali. Grazie al nuovo sistema sarà più facile individuare la migrazione irregolare identificando i viaggiatori sprovvisti di documenti, anche mediante indicatori biometrici (riconoscimento facciale e impronte digitali).
La single window per la sicurezza nei porti
L’Ammiraglio Nicola Carlone, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, sottolineando il ruolo della Guardia Costiera nella digitalizzazione dei processi relativi alla navigazione, ha spiegato: “ l’Europa, ha introdotto la EUMSW (European Maritime Single Window), per cui la nave che entra nello spazio marittimo europeo deve parlare con un unico soggetto. In ogni singolo Paese ci sarà quindi una sola autorità in grado di riportare informazioni alle altre autorità. In Italia, questo ruolo appartiene alla Guardia Costiera, che parla con le altre istituzioni, quali le Autorità portuali, l’Agenzia Nazionale per la Cyber Sicurezza, ecc. I benefici di questo regolamento sono evidenti, a partire dalla riduzione dei tempi di permanenza in porto delle navi, e, dunque, dell’inquinamento atmosferico e visivo”.
Claudio Galzerano, Direttore Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere – Ministero dell’Interno- ha sottolineato i contraccolpi organizzativi delle nuove tecnologie sulla vita dei viaggiatori e suggerisce l’ interoperabilità dei sistemi per far dialogare le banche dati su entrate ed uscite dallo Spazio Schengen.
Porti e PA insieme per la sicurezza
Ferdinando Lolli, Consigliere Scientifico Fondazione ICSA, ha evidenziato come “l’Italia sia stata la prima a dotarsi di un sistema “nazionale” VTS (Vessel Traffic Service), poi VTMIS (Vessel Traffic Management Information System), completo di PMIS (Port Management Information System) ed oggi NMSW (National Maritime Single Windows) e, dall’anno 2025, EUMSW (European Maritime Single Window)”.
Secondo Lolli “con la Single Window è stata messa in rete l’intera articolazione della PA coinvolta nella gestione del ciclo nave, nell’ottica di introdurre l’attivazione della procedura PNRR per le competenze dell’Autorità’ Marittima in materia di sicurezza della navigazione, e, soprattutto, degli Organi di Polizia (di frontiera, criminale ecc.). Si tratta di un processo integrato in cui centrale è la valutazione della competente PIU (Passenger Information Unit), che dispone della già operativa interconnessione interportuale operata dal corpo delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera.
PNR e trasporto marittimo
Finora, prosegue Lolli “il PNR è stato applicato al solo trasporto aereo, ma c’è un altro mondo, quello marittimo, molto diverso e più complesso, dove non è possibile trasferire in blocco quanto già sperimentato negli aeroporti. Oggi siamo in una fase di studio da parte IMO (International Maritime Organization, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la sicurezza della navigazione) che è la vera detentrice del potere di regolamentazione dei traffici marittimi. Nel frattempo, si potrebbe pensare ad una sperimentazione del PNR in ambito portuale, per esempio a Civitavecchia, il primo porto per passeggeri in Italia, dove si potrebbe verificarne la fattibilità”- conclude Lolli.
Il valore investigativo del PNR per la sicurezza
Federico Sciaudone- Direttore della seconda Divisione Interpol SCIP, Sezione Informazione Passeggeri (PIU/PNR) del Ministero dell’Interno- ha osservato che “i dati del PNRR sono dati sensibili molto utili sia ai fini delle indagini di polizia giudiziaria e di prevenzione di reati, sia a fini investigativi. Ad oggi è possibile collazionare questi dati e trattarli perché l’UE, nel 2016, con una direttiva concernente il solo settore aereo, ha consentito agli Stati di avere un proprio database, a cui è possibile accedere per reati specifici o per contrasto all’attività terroristica: è utile anche un altro strumento, la watchlist, una lista di nominativi che fa scattare un alert nel momento in cui uno di questi individui sale a bordo di un aereo. Il valore investigativo del PNR è indescrivibile, per cui dobbiamo estenderlo anche alle Compagnie di navigazione”.
La carenza delle norme nel settore marittimo
“La stessa direttiva UE -prosegue Sciaudone- obbliga le compagnie aeree a trasmettere alla PIU i dati dei passeggeri. Nel settore marittimo non c’è attualmente una norma analoga. In ambito di Commissione europea, si è avviato uno studio sullo stato dell’arte del PNRR nel settore marittimo riguardante gli Stati UE e i 4 stati appartenenti a Schengen ma non all’UE, in vista della redazione di uno studio di fattibilità vero e proprio – primo step della procedura legislativa dell’UE – per arrivare, nel giro di 3-4 anni, all’emanazione di un regolamento applicabile al settore marittimo”
La gestione dei flussi per la sicurezza dei passeggeri
A seguire, l’intervento di Antonio Errigo, Vicedirettore dell’Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile (ALIS). “I nostri investimenti uniti a quelli delle ADSP per le infrastrutture e le tecnologie della gestione del traffico dei passeggeri, sono un esempio di cooperazione positiva tra gli operatori della filiera. Sarà fondamentale per la prossima legislatura comunitaria supportare gli investimenti messi in campo dagli armatori e dalla filiera logistica con incentivi fiscali, finanziamenti per l’innovazione tecnologica, armonizzazione normativa”.
Flavio Moretti, Consigliere Scientifico Fondazione ICSA ha dichiarato: “Da 75 anni siamo a fianco degli operatori del trasporto aereo nelle loro attività quotidiane, dalla gestione dei flussi dei passeggeri alla necessità di garantire la sicurezza alle frontiere. Ad oggi la più grande differenza tra il settore dell’aviazione e quello marittimo riguarda la piena disponibilità di dati anticipati sui viaggiatori e l’automazione al passaggio della frontiera da parte del viaggiatore, operazioni che sono diventate ormai comuni per l’industria del trasporto aereo. Noi siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza, per aiutare anche gli operatori dell’industria portuale e marittima a superare le sfide future”.
Le conclusioni
Il Generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione ha concluso l’incontro con queste parole: “I problemi di cui si è dibattuto oggi nascono tanto tempo fa. Il primo embrione di controllo di sicurezza mediante il PNR risale al 2001, a ridosso dell’attentato alle Torri Gemelle. Da allora è stato fatto molto, nel 2004 è stato istituito il Comitato di Coordinamento Interministeriale per la sicurezza dei trasporti e delle infrastrutture (COCIST). I risultati di quel processo iniziato allora, sono oggi molto incoraggianti. Il Ministero dell’Interno è molto attivo e propositivo in questo ambito. L’auspicio è che si possa proseguire per il meglio e che il processo di estensione del PNR, oltre che al marittimo, possa estendersi anche al mondo dei trasporti terrestri”.