Sigilli ad una S.p.A. di spedizioni e trasporti di Genova
Falsificavano da anni bollette doganali addebitando spese false ai clienti
Per sei mesi non potranno esercitare attività di impresa. Il provvedimento di interdizione, a seguito di una complessa indagine della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Genova, ha portato alla luce un sofisticato sistema di frode messo in atto da una società per azioni di spedizioni e trasporti con sede a Genova e uffici a Vicenza. Si tratta di una spa operante fin dagli anni 60.
Gravissime le accuse ipotizzate: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di molteplici illeciti, tra i quali, la truffa aggravata ai danni dello stato, la falsificazione materiale e ideologica di svariati documenti doganali attraverso la sostituzione di codici in documenti ufficiali, l’apposizione di timbri e la creazione ad hoc di false bollette doganali di transito “T1”.
La truffa
Agli ignari clienti che importavano dall’estero le merci venivano addebitate spese per false visite e controlli doganali (sia documentali che tramite scanner). In oltre 1.600 importazioni di merci che dovevano essere sottoposte alla prevista verifica sanitaria, il sodalizio criminale, attestava falsamente in dogana attraverso un codice (presso i porti di Genova, Napoli, Salerno e Bari) che le merci in importazione ne erano esenti. Ma ai clienti veniva fatturata la prestazione resa per la falsa verifica sanitaria e venivano chieste pure le tasse da versare all’ufficio di Sanità Marittima del Ministero della Salute. Nel corso delle indagini i finanzieri sono riusciti a recuperare nei cassonetti dei rifiuti nei pressi della sede della società dei falsi documenti che erano stati strappati. Sono state recuperati, altresì, i timbri con la dicitura “VISITA” e “SCANNER” che servivano per i falsi. Prima di consegnare i container, per non farsi scoprire, mettevano un sigillo falso.
Le somme
Dalle prime indagini i finanzieri hanno accertato un arricchimento indebito di oltre 620mila euro. Altri 82mila sono finiti sotto sequestro sui conti correnti societari. Intanto la società ha restituito ai clienti frodati 540mila euro.