Porti: calo drammatico dei costi per il trasporto merci nel 2023
I dati emergono da un’ indagine svolta dalla Banca d’Italia sui trasporti internazionali relativa al 2023
Porti, secondo un’ indagine svolta dalla Banca d’Italia sui trasporti internazionali di merci relativa al 2023, “l’incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall’Italia è significativamente diminuita, rispettivamente al 2,5 e 3,7 per cento, i valori più bassi dall’inizio del millennio”.
“I costi del trasporto si sono ridotti in quasi tutti i comparti, riflettendo la debolezza della domanda – e quindi dei volumi movimentati − in un contesto di offerta di carico abbondante, soprattutto nel settore marittimo; vi ha contributo anche la flessione dei prezzi del carburante. Nella maggior parte dei settori i noli sono tornati ai livelli precedenti alla pandemia”- spiega l’analisi.
La crisi del Mar Rosso e la crisi del trasporto merci
L’indagine della Banca d’Italia spiega come gli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso abbiano provocato tra novembre 2023 e gennaio dell’anno in corso un forte rialzo nelle tariffe navali container, parzialmente rientrato nel trimestre successivo.
“L’aggravio di spesa per le importazioni italiane dovrebbe verosimilmente risultare limitato”- prosegue la Banca d’Italia.
Porti, la riduzione dei noli
Lo studio aggiunge anche che :”La riduzione dei noli è stata la principale determinante della flessione (quasi esclusivamente concentrata nel comparto navale) del disavanzo dei trasporti mercantili nella bilancia dei pagamenti dell’Italia (sceso a -9,9 miliardi di euro1 , dal massimo storico di -14,0 toccato nel 2022). Vi ha contribuito in parte anche l’aumento della quota di mercato dei vettori italiani nel settore marittimo”.
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Rincaro dei noli e la variabilità geografica
“Nel 2023 i costi medi a tonnellata del trasporto ferroviario sono nel complesso lievemente calati all’esportazione e aumentati all’importazione. A fronte di questi andamenti medi, vi è stata ampia variabilità a livello geografico: i noli sono rincarati, soprattutto per i flussi in entrata, nelle tratte con l’Europa orientale, i Balcani e − in particolare − la Russia e i paesi baltici; di converso, sono diminuiti o hanno registrato una dinamica più debole nelle tratte con i restanti paesi dell’Unione europea, beneficiando del minor costo della trazione stradale di appoggio a tale modalità di trasporto. In termini reali i costi medi ferroviari all’importazione sono risaliti, a fronte della sostanziale stabilità di quelli all’esportazione”- sottolinea lo studio della Banca d’Italia.
“Distinguendo tra le due tipologie di carico (container e bulk), i noli sono diminuiti nel settore container, in particolare all’esportazione, mentre in quello bulk sono risultati in aumento risentendo anche di una ripartizione geografica maggiormente orientata verso i paesi non-UE”, si legge nello studio. “Nel 2023 i costi medi del trasporto aereo hanno registrato una riduzione marcata, di circa il 30 per cento, che li ha riportati su livelli prossimi a quelli precedenti la pandemia, soprattutto dal lato delle esportazioni. Tutte le aree geografiche sono state interessate dal fenomeno, sia pure con intensità diversa a seconda della domanda di carico, che è stata comunque generalmente debole; i cali più forti hanno riguardato i paesi asiatici e americani. In termini reali i costi medi hanno raggiunto livelli inferiori alla media degli ultimi venti anni”.