Trieste e Monfalcone. Porto in crescita per utile e occupati
Un network che produce 156 milioni di euro e dà lavoro a più di 2mila persone
I numeri parlano chiaro. E il presidente dell’Authority dei porti di Trieste e Monfalcone, Zeno D’Agostino, traccia un bilancio positivo. Il sistema cresce non solo in termini di traffico e valori economici, ma anche come struttura societaria e organizzativa, nonché in termini occupazionali.
I dati
Dal 2015 al 2022 il valore della produzione dell’Authority che governa gli scali di Trieste e Monfalcone è passato da 41,3 milioni a 58,3 milioni. Anche il patrimonio è aumentato: da 64,2 milioni a 160 milioni. Tra le operazioni più importanti l’acquisizione dell’Azienda Speciale del porto di Monfalcone con le sue aree, l’acquisto dei terreni della zona delle Noghere a Trieste e cospicui investimenti soprattutto di natura tecnologica. L’Authority gestisce attualmente interamente due società e ha rilevanti partecipazioni in altre cinque.
Lusinghieri, infatti i dati relativi alle singole società: servizi di multiutility (PTS 100%), gestione dei traffici intermodali (Alpe Adria 33,3%), manovra e trazione ferroviaria nelle aree del network portuale (Adriafer 100%), logistica (Interporto di Trieste 20%) crociere (Trieste Terminal Passeggeri 40%), organizzazione del lavoro in banchina (Alpt 35%).
Dato record, poi, con oltre 11.000 treni operati dagli scali di Trieste e Monfalcone lo scorso anno grazie agli investimenti in in Alpe Adria e Adriafer. Un risultato che ha portato alle partnership con l’interporto di Duisburg e con il porto di Amburgo, oltre che con molte industrie manifatturiere.
Sempre tra il 2015 ed il 2022 l’utile netto totale delle società è salito da 1,6 milioni a 5,5 milioni, mentre il valore della produzione è balzato da 52 a 156 milioni. L’occupazione nelle partecipate è passata dai 93 dipendenti del 2015 ai 530 del 2022 e nella stessa Autorità da 67 a 124. A questi si aggiungono i dati del lavoro in banchina nei due porti: nel 2015 nello scalo giuliano i lavoratori erano 1.109, nel 2018 includendo anche Monfalcone sono passati a 1.462, mentre nel 2022 sono diventati 1.64. In totale, insomma, nel 2022 il “sistema Trieste-Monfalcone” ha generato più di 2mila posti di lavoro complessivi diretti. Grazie all’agenzia del lavoro portuale, poi, sono state notevoli anche le stabilizzazioni dei precari.
La strategia
L’Authority ha deciso di valorizzare la zona franca storicamente esistente nel comprensorio giuliano, che rappresenta un fattore di straordinaria attrattività per insediamenti produttivi, inoltre la partecipazione del 52% a Coselag, che gestisce i terreni della zona industriale, ha favorito una integrazione tra porto, logistica e manifattura. “Un porto – ha concluso il presidente D’Agostino – non consiste solo in banchine e magazzini, che ovviamente costituiscono l’infrastruttura fondamentale, ma anche nel complesso dei servizi e delle tecnologie e delle competenze che consentono di esprimere il ruolo di hub implicito in un porto moderno”.
I dati sono stati presentati durante una conferenza stampa svoltasi alla Torre dei Lloyd a xcui hanno partecipato anche i vertici delle sette società.