Zone franche, energia, reshoring: Monti lancia l’appello per la Sicilia hub d’Europa
“Per la prima volta forse dal dopoguerra a oggi la Sicilia ha la possibilità di diventare il centro effettivo non solo del Mediterraneo ma anche di un’Europa che dovrà trovare, attraverso l’Italia, nuove forme di dialogo politico e, soprattutto, economico con i paesi del Nordafrica e con quelli del Medioriente”.
Questo l’auspicio lanciato da Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia occidentale, nel corso del convegno “Noi, il Mediterraneo”, che si è svolto oggi a Palermo.
In particolare Monti ha candidato la Sicilia quale hub internazionale per il reshoring – quel fenomeno economico che consiste nel rientro in Italia delle industrie delocalizzate all’estero –, chiedendo con forza che, nell’ambito delle zone economiche speciali (ZES), ci sia una riforma che consenta di incrementare i poteri economici, promozionali e amministrativi dei commissari e dei presidenti.
Moderati dai giornalisti Nicola Porro e Luca Telese, sono intervenuti, in collegamento, i ministri Nello Musumeci e Matteo Salvini. Presenti, tra gli altri relatori, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo, e il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e direttore marittimo della Sicilia occidentale, Raffaele Macauda, insieme a stakeholder, imprenditori, opinionisti e rappresentanti del mondo della finanza e dello shipping.
Sicilia al centro della Comunità mediterranea
“Non sembri un’ipotesi fantasiosa – ha aggiunto Monti – si tratta, al contrario, di una possibilità più che concreta, conseguente al reshoring industriale post-globalizzazione, alla crisi energetica e al rilancio di mercati che potranno trovare nell’Italia, e in primis in Sicilia, professionalità e risorse imprenditoriali indispensabili per ridisegnare un loro futuro nell’ambito di quella che oggi potrebbe nascere qui, a Palermo, e che si chiama ‘comunità mediterranea’. È il momento di credere e agire di conseguenza, superando ritardi, burocrazia e pizzi che hanno penalizzato negli ultimi cinquant’anni il ruolo dell’Italia”.
Il convegno, del resto, si inserisce sulla scia del recente intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sull’hub energetico italiano, e si sposa con il riassetto in atto nell’interscambio marittimo mondiale, con la necessità di disporre, al centro del Mediterraneo, non solo di una piattaforma strategica dal punto di vista geopolitico, ma anche di una base strategica produttiva ed economica in grado di confermare con fatti concreti – e l’idea di una revisione globale delle norme sulle zone economiche miche speciali e sulle zone franche può rappresentare la chiave di volta – che la Sicilia ha tutte le caratteristiche per diventare il fulcro di una nuova Europa proiettata a sud.
Il problema della macchina burocratica
Dopo aver assistito alla dichiarazione di impegno senza se e senza ma assunta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto, il presidente Monti ha ricordato come tutti gli obiettivi infrastrutturali, anche relativi a opere bloccate da decenni, siano stati raggiunti nel porto di Palermo e siano diventati realtà concreta.
E proprio alla luce di questo successo, Monti ha lanciato, o meglio, ribadito il suo “j’accuse” contro la macchina burocratica che – ha detto – rappresenta il vero “tumore del Sistema Italia” e che ha trovato in passato terreno fertile nel Ministero dell’Ambiente”.