Porto di Brindisi, rischio paralisi per picchetti al varco commerciale
Si insiste sull’operatività del porto per evitare un blocco totale
Giorni difficili per il porto di Brindisi, che ormai da quasi due settimane è bloccato da picchetti che impediscono l’accesso e l’uscita dalle banchine portuali.
Si tratta di un’azione di protesta intentata dai lavoratori di un’azienda che si occupava della movimentazione del carbone alla centrale Enel di Cerano.
“ Pur comprendendo le legittime proteste di lavoratori che vedono minacciato il loro posto di lavoro, non è accettabile che si inneschi sulla crisi della centrale Enel una reazione a catena capace di annientare l’operatività del porto mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende e centinaia di posti di lavoro nonché l’immagine del nostro porto“.
Ad affermarlo è il Presidente di Raccomar Puglia, l’associazione degli agenti marittimi raccomandatari pugliesi, Marcello Gorgoni che ha chiesto alle Istituzioni competenti, in sintonia con il Presidente nazionale di Federagenti, Alessandro Santi, precise garanzie circa operatività del Porto.
Una nave sta attendendo in rada da oltre una settimana di poter essere ormeggiata. Questo destino potrebbe riguardare altre unità mercantili attese nelle prossime ore, mentre ad alcune unità, con disparità di trattamento, è consentito di operare.
“I porti – sottolinea Gorgoni – svolgono una funzione strategica di servizio pubblico per il Paese, e pur rispettando le istanze dei lavoratori, non è né concepibile, né accettabile, che possano essere paralizzati o addirittura presi in ostaggio, senza che nessuna Istituzione competente intervenga”.
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