Porto di Ravenna, “adeguamento non rinviabile”
Porto di Ravenna, ora o mai più: l’adeguamento della struttura, per accogliere navi più grandi e il turismo crocieristico, non è più rinviabile. Lo affermano, nel corso di un incontro, industriali e Autorità portuale, che si sono riuniti per affrontare problemi e prospettive di sviluppo dello scalo.
Ogni ritardo, spiegano Confinustria e Ap, può essere “determinante per lo spostamento dei traffici verso porti che già possono disporre di tali dotazioni infrastrutturali o che comunque stanno operando per conseguirle entro breve”. Di qui l’allarme lanciato agli enti pubblici, perché sblocchino gli investimenti in grado di “consentire una rapida e tempestiva ripresa del settore portuale e logistico”.
Luca Minardi, presidente dell’Unione utenti del porto di Ravenna, si rivolge alle autorità perché “concorrano ad attivare le leve di loro pertinenza affinché l’ottemperanza e il rispetto delle leggi perseguite dagli operatori del porto di Ravenna siano un obbligo anche per gli operatori di tutti gli altri porti italiani”.
Come ricorda il presidente di Ap, Giuseppe Parrello, gli investimenti già cantierati valgono 90 milioni di euro, quelli in essere 107 milioni, e quelli previsti 135 milioni, solo per le nuove opere. “Quello di Ravenna”, spiega Parrello, “è un porto prevalentemente di import e sta risentendo fortemente del rallentamento della produzione industriale”. E oltre alle nuove infrastrutture, quindi, l’Autorità portuale guarda al distretto della nautica, sperando che si riveli “un forte volano di sviluppo per il territorio e la ripresa economica del nostro sistema industriale”.