Porto di Ravenna: traffico merci in calo rispetto al 2014
I nuovi dati sul traffico merci del Porto di Ravenna, relativi al periodo gennaio-maggio 2015, parlano di risultati pari a 9.899.802 tonnellate di merce. Si registra quindi un calo del 4% rispetto alle 10.307.309 tonnellate registrate nei primi cinque mesi del 2014.
In particolare gli sbarchi sono stati pari a 8.459.969 tonnellate (-3,9%), mentre gli imbarchi ammontano a 1.439.833 tonnellate (-4,1%).
Nel mese di maggio 2015, in particolare, si calcolano 2.116.868 tonnellate e cioè un -9,2% rispetto a maggio 2014.
Positivi, invece, i risultati dei prodotti metallurgici passati da 2.375.857 a 2.560.186 tonnellate (+7,8%) e di dati sui materiali da costruzione (+5,4%). Fra questi, in particolare, le materie prime per le ceramiche sono passate da 1,377 a 1,499 milioni di tonnellate (+8,9%).
Per quel che riguarda il traffico container con 93.401 TEUs ha registrato 8.581 TEUs in più (+10,1%) rispetto allo scorso anno. Nel mese i TEUs movimentati sono stati 23.446 (+9,9% rispetto a maggio 2014). In diminuzione il numero dei trailer movimentati da gennaio a maggio (-14,7%), con 26.645 trailer contro i 31.237 del 2014.
Di segno opposto le merci secche che segnano un calo del 2,3% (156 mila tonnellate in meno) e le rinfuse liquide – 7,5%.
Per la difficoltà di ripartire della linea con la Grecia, dopo l’incidente dello scorso settembre, calano anche le merci su rotabili del 19,9%, mentre quelle in container risultano in aumento del 3,1%. Il calo più evidente in valore assoluto è per le derrate alimentari che da 1,122 milioni di tonnellate sono passate a 788 mila, registrando un calo del 29,8%.
Secondo il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco il calo del 4% di traffico rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, “è un dato che rispetta le nostre previsioni di inizio anno e che va correttamente contestualizzato. In queste ultime settimane, infatti, sono stati riportati dalla stampa dati che non coincidono con quelli in nostro possesso, frutto o di errore o di strumentalizzazione. Se si esaminano i dati di cui noi e la Capitaneria di Porto disponiamo, si evince che il problema dell’avamporto ha inciso molto meno di quanto si voglia far credere. Se prendiamo il periodo gennaio-maggio 2015 e lo confrontiamo con lo stesso periodo del 2014, relativamente al numero di navi arrivate con un pescaggio uguale o superiore alle 30.000 tonnellate di stazza lorda che trasportano derrate alimentari secche o in colli, si sono “perse” circa 2 navi per un totale di 113.000 tonnellate”.
Nel settore dei cereali e agricolo, ha spiegato, “anche Venezia ha perso traffico, a dimostrazione del fatto che il fenomeno di navi costrette ad allibare a Venezia o Koper prima di venire a Ravenna non è legato tanto all’avamporto quanto al più generale problema dei fondali del Porto di Ravenna, problema noto da oltre 20 anni. Peraltro, i peggiori mesi in assoluto sono stati dicembre 2014 e gennaio 2015, prima che ci fosse l’alluvione e subito dopo che avevamo fatto il dragaggio in avamporto del 2014”.
“Nonostante ciò – ha concluso – nel periodo gennaio-maggio, a Ravenna registriamo un’inversione positiva nella movimentazione dei container (+10,12%) grazie al grande lavoro che i due operatori nel settore dei container (TCR e Setramar) stanno facendo, nonostante un evidente problema di fondale che speravamo di poter risolvere realizzando una cassa di colmata provvisoria a Trattaroli (ipotesi svanita per il sequestro dell’area, con gravi danni sia economici che di immagine per l’Autorità Portuale di Ravenna)”.