Porto La Spezia: presentato a Roma il Piano di sviluppo
Un dettagliato resoconto gli interventi finalizzati allo sviluppo del Porto della Spezia, sarà vagliato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nelle ottantaquattro pagine di planimetrie, cronoprogrammi, descrizione dei progetti si parla di internazionalizzazione del porto e affermazione del ruolo europeo nell’ambito delle reti Ten-T (con l’obiettivo di recuperare traffici nei confronti dei porti del Northern Range); di realizzazione di infrastrutture aventi impatto sostenibile anche attraverso forme di partecipazione privata all’investimento; di efficienza delle operazioni portuali ad incremento delle produttività e della competitività; di incentivazione dell’intermodalità; di sviluppo del porto lungo la filiera (il retroporto di S.Stefano Magra e il corridoio Ti.Bre); di differenziazione dell’offerta (il marketing internazionale e traffici crocieristici), per arrivare nel vivo dei progetti dell’AP: gli interventi in infrastrutture di banchina; gli interventi in infrastrutture ferroviarie e stradali; le bonifiche e i dragaggi.
Il presidente dell’Ap, Lorenzo Forcieri ha illustrato il documento assieme agli ingegneri Davide Vetrala e Fabrizio Simonelli dell’Area Tecnica dell’AP e a Maurizio Pozella, responsabile area Demanio dell’AP, sottolineando come i progetti in corso di realizzazione o da intraprendere, già inseriti nel Piano Operativo Triennale 2015-2017 dell’AP, rispondano ai tre criteri fondamentali indicati dal Piano di investimenti presentato da Jean Claude Juncker, per ottenere fondi europei.
“Al resoconto abbiamo aggiunto anche nostre considerazioni che ci derivano dall’esperienza maturata e che ci dicono che il Piano deve avere un respiro europeo. I nostri progetti, in questo senso, posseggono un valore aggiunto, in quanto sono tutti a sostegno degli obiettivi dell’Ue; contengono un elevato rendimento socioeconomico e potranno essere avviati al più tardi entro i prossimi tre anni. Nel documento sosteniamo che le AP non devono occuparsi solo di attività portuali ma anche di attività logistiche che attraverso i corridoi, i retroporti e gli interporti possano contribuire all’obiettivo di recuperare i traffici perduti”.
Forcieri ha spiegato che nei confronti dei porti del Northern Range è possibile recuperare competitività, ma rimane un problema di credibilità del sistema portuale italiano, che risente della carenza di scelte adeguate e di eccessivi ritardi nella loro attuazione. Per il rilancio si rendono indispensabili le riforme insieme al nuovo Piano della portualità e della Logistica.