Riforma dei Porti, Russo (Mit): tutti i provvedimenti operativi in pochi mesi
Nel 2014 più di 84 milioni di tonnellate di merci sono transitate nei porti italiani all’interno di camion o semirimorchi, di cui 30 milioni provenienti o diretti a porti di altri Paesi del Mediterraneo. I dati sono emersi nel corso del seminario di Confcommercio “Le vie del mare per la crescita”, che si è tenuto stamattina a Roma. Durante l’incontro è stato presentato il Rapporto sullo sviluppo dell’intermodalità in Italia (Autostrade del mare e Combinato Marittimo), realizzato da Isfort.
“Si parla tanto di trasporti, ma ciò che serve nella pratica è una logica d’insieme. A maggior ragione se si parla di porti, la cui logistica è importante ma sempre nel quadro di una logistica di sistema a rete. Ma finora non si è ancora compresa l’importanza a livello di competitività di fare una politica del mare con la conseguenza di favorire i Paesi concorrenti, come nel caso dei porti del Nord Africa”, ha detto il vicepresidente di Confcommercio, Paolo Uggè, in apertura dei lavori.
Alla tavola rotonda, che ha seguito la presentazione dei dati, hanno partecipato: Michele Pappalardo, presidente di Federagenti; Michele Ruggieri, amministratore unico di Fedarlinea-Conftrasporto; Paolo Arena, componente di Giunta di Confcommercio e incaricato di Confcommercio alle Infrastrutture; Alberto Corti, responsabile del settore Turismo di Confcommercio. Ha chiuso i lavori Ivano Russo, dirigente del Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle Autostrade del Mare, Confcommercio propone la promozione di accordi di rete tra aziende di trasporto e di logistica complementari; il coordinamento e l’ottimizzazione delle diverse politiche di incentivo all’intermodalità esistenti; l’ampliamento della positiva esperienza dell’Ecobonus nazionale; la rapida rimozione dei limiti esistenti in termini di sagoma e moduli sulla rete ferroviaria nazionale (direttrice tirrenica) per consentire di caricare su ferro i camion e i rimorchi dai porti di sbarco diretti nei Paesi d’Oltralpe.
Pappalardo ha sottolineato che occorre “accelerare l’approvazione della delega al Governo per applicare il piano nazionale della logistica perché nei nostri porti c’è non-azione dovuta alla mancanza di riforma. Se andiamo avanti così avremo non 24 presidenti ma 24 commissari. Il piano ci piace, va nella direzione giusta, perché finalmente dà un ruolo sostanziale ai porti”. Per Ruggieri “non si può riattivare un circolo virtuoso senza misure di sostegno: è necessario porre il trasporto al centro della competitività del Paese superando finalmente i localismi e mettendo al centro delle scelte l’intermodalità. Occorre poi favorire l’utilizzo notturno della rete ferroviaria ad alta velocità per il trasporto merci e favorire la defiscalizzazione degli investimenti”.
Rispetto all’esigenza di introdurre una razionalizzazione del sistema dei porti nazionali Paolo Arena, componente di Giunta di Confcommercio e incaricato di Confcommercio alle Infrastrutture, ha richiamato un analogo processo che, non senza criticità e difficoltà, sta avvenendo nel settore aeroportuale. “Pur con differenze non trascurabili, proprie delle specifiche modalità di trasporto, molte criticità – ha evidenziato Arena – sono condivise e, pertanto, trova conferma la bontà di un processo di governo e riforma del sistema dei trasporti e della mobilità che intervenga in maniera integrata su tutte le diverse modalità, evitando il proliferare di misure settoriali e non coordinate, che possono penalizzare l’efficienza complessiva del sistema”.
Nel corso dei lavori Uggè, ha ricordato come l’Italia, con oltre 7.500 km di costa, riesca solo in parte a cogliere le opportunità offerte dalla geografia per lo sviluppo della logistica e la crescita della cosiddetta Economia Blu. “Competitività logistica ed Economia Blu – ha sottolineato Uggè – sono fatte di imprese, saperi, competenze e professionalità che non mancano nei nostri territori anche se troppo spesso faticano a lavorare in sinergia. Occorre, dunque, un Piano Nazionale sui trasporti e la logistica che definisca le linee generali di intervento, da cui far derivare gli approfondimenti settoriali. Inoltre, per dare attuazione ai contenuti del Piano Porti – ha puntualizzato il Vice Presidente di Confcommercio – sarebbe preferibile intervenire in maniera organica, con attenzione alla ripartizione delle competenze Stato/Regioni in materia, valorizzando il contributo delle imprese ed evitando la proliferazione di provvedimenti non coerenti con gli obiettivi prioritari e condivisi da perseguire, come avvenuto di recente con l’incidente di percorso, fortunatamente rientrato, sul Comando Generale delle Capitanerie di Porto”.
Russo ha chiuso i lavori assicurando che i provvedimenti contenuti nel Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica (approvato in via preliminare lo scorso 3 luglio dal Consiglio dei ministri), saranno operativi nel giro di pochi mesi. “Il Piano è un’opera complessa, che riguarda numeri impressionanti di un settore in grado di rilanciare il Paese, il Cluster Logistico Italia – ha affermato Russo -. Il traffico nel Mediterraneo è destinato a triplicarsi nel prossimo futuro: i nostri porti hanno una grande storia, ma devono sviluppare condizioni nuove. Il confronto con i volumi di traffico di scali come Rotterdam, non ha senso perché i grandi porti dell’Europa hanno dimensioni non paragonabili a quelle dei nostri. Nelle oltre 200 pagine che compongono il documento del nuovo Piano – ha aggiunto Russo -, sono stati messi in chiaro dieci obiettivi strategici e conseguenti azioni mirate al grande tema di fondo: l’efficientamento dei porti“.
Semplificazione e snellimento, concorrenza, accessibilità, integrazione e innovazione sono alcuni di questi obiettivi: “Il tavolo che lavora sulla catena logistica digitale, elaborerà un unico progetto entro settembre – ha puntualizzato Russo -. Si tratta di una delle tematiche che più mi sta a cuore insieme a quella dello sportello unico doganale. Quello sul Piano, è un lavoro quotidiano costante che ci porterà, entro dicembre, a tradurre in norme e regolamenti l’80% del lavoro in programma”.