Toninelli alla Camera: un tavolo permanente Mit/Mise per lo sviluppo della Blue Economy
Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti “punta a fare dell’Italia un Paese all’avanguardia che guardi al suo futuro in verde attraverso incentivi a una mobilità dolce e veramente green e si ripropone di eliminare le macchine inquinanti in circolazione entro il 2030”. Lo ha annunciato il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli, nel corso audizione alla commissione Ambiente della Camera presentando le linee programmatiche del suo dicastero. “Nell’ottica di una attenta cura del territorio e dell’ambiente questo Ministero – ha detto – punta a fare dell’Italia un Paese all’avanguardia che guardi al suo futuro in verde attraverso incentivi a una mobilità dolce e veramente green. In questo senso investiremo risorse pubbliche per attuare un serio piano nazionale per le piste ciclabili. E soldi pubblici verranno anche investiti sulla mobilità elettrica: è nostra intenzione lavorare per un futuro a basse o zero emissioni. E cercheremo di arrivare all’obiettivo di zero macchine inquinanti in circolazione entro il 2030″.
I Porti
“L’Italia per la sua collocazione geografica al centro del Mediterraneo rappresenta la naturale cerniera di collegamento per i traffici provenienti dall’Estremo e Medio Oriente verso l’Europa – ha detto il ministro parlando del futuro dei porti italiani -. Il nostro obiettivo è quello di far tornare il nostro Paese elemento centrale e propulsivo di una nuova politica di sviluppo del bacino del Mediterraneo e dell’Europa centrale, recuperando quella importanza a livello strategico che si è persa negli ultimi decenni, a favore dei porti del nord Europa e dei paesi dell’Est”.
“Il nostro programma non parla solo di porti ma di portualità, intermodalità e autotrasporto, ricomprendendo anche servizi Ict, la catena logistica, e infrastrutture di adduzione ed ultimo miglio. RfI, Anas e le concessionarie autostradali vigilate dal Mit concorreranno con la loro competenza progettuale e realizzativa a garantire connessioni adeguate, in grado di ridurre le esternalità negative ed i tempi di permanenza delle merci in porto. Questo programma è ineludibilmente agganciato alla crescita della Blue Economy, per la quale sarà attivato un tavolo permanente interministeriale Mit/Mise. Investiremo risorse adeguate per attrezzare i nostri porti con aree retro portuali capaci di garantire lo sdoganamento delle merci in loco, che devono poi essere trasportate grazie all’alta portabilità nelle destinazioni finali.
I percorsi di crescita economica e commerciale dei porti dovranno contemperare le esigenze della città, del territorio retrostante e dei suoi abitanti, in un’ottica sostenibile. “Nel parlare di crescita sostenibile nei porti del futuro occorre avviare percorsi di pianificazione che non siano limitati al traffico container ma che includano merci break-bulk (le quali creano molta occupazione) nonché rinfuse liquide e solide – ha spiegato Toninelli -. Investiremo nel collegamento ferroviario dei porti italiani per favorire lo switch intermodale da gomma a ferro nel trasporto merci. Le ferrovie devono ritornare protagoniste nei porti: i porti italiani, e non sono pochi quelli importanti, risultano mal collegati alla rete ferroviaria. Senza i collegamenti con la ferrovia, i porti rischiano di trasformarsi in colli di bottiglia accessibili solo dalla rete stradale”.
Il ministro ha poi aggiutno che pianificazione e risorse finanziarie saranno dedicate allo sviluppo del turismo del mare (crociere, traghetti, nautica da diporto) e al trasporto passeggeri di cabotaggio e internazionale.