Trasporto marittimo: uno studio rivela i rischi per la salute nel passaggio dal diesel all’ammoniaca
Uno studio del MIT rivela che la combustione di ammoniaca nei motori delle navi può contribuire all’inquinamento da ozono, con gravi impatti sulla qualità dell’aria
Un recente studio condotto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), Cambridge, Massachusetts, ha rilevato rischi per la salute nel passaggio delle navi dal carburante diesel a quello con ammoniaca.
Il cambiamento infatti potrebbe ridurre le emissioni di carbonio ma pone anche rischi significativi per la salute a causa del suo impatto sulla qualità dell’aria. Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, avverte che senza nuove rigorose normative sulle emissioni, l’uso dell’ammoniaca come combustibile marittimo potrebbe portare ad un aumento dell’inquinamento da ozono e a gravi conseguenze per la salute.
L’industria del trasporto marittimo scommette da tempo sullo sviluppo dell’ ammoniaca verde che viene prodotta utilizzando energia rinnovabile per produrre idrogeno tramite elettrolisi e generare calore. Anthony Wong, postdoc presso il Centro per la scienza del cambiamento globale del MIT e autore principale dello studio, spiega che tradizionalmente, l’ammoniaca viene prodotta estraendo l’idrogeno dal gas naturale e combinandolo con l’azoto a temperature estremamente elevate: questo processo è però spesso associato a una grande impronta di carbonio.
Diesel e ammoniaca: le conseguenze sulla salute
Per quanto riguarda le conseguenze sulla salute, il rapporto del MIT fa riferimento in particolare alla qualità dell’aria: lo studio rivela che la combustione dell’ammoniaca genera protossido di azoto, un potente gas a effetto serra, e ossidi di azoto, che contribuiscono alla formazione di particolato fine. Questi inquinanti sono legati a gravi problemi di salute, tra cui infarti, ictus e asma. Secondo le normative attuali il passaggio al carburante per l’ammoniaca potrebbe comportare fino a 600.000 morti premature all’anno. Tuttavia, con normative più severe e una tecnologia dei motori più pulita, si può ridurre il numero di morti premature, con un impatto minore sul riscaldamento globale.
I ricercatori sottolineano infatti l’importanza di sviluppare politiche in linea con le nuove tecnologie per assicurare che il passaggio a combustibili più puliti come l’ammoniaca non comprometta la salute pubblica. Lo studio del MIT ha valutato a questo proposito due tipi di motori navali e nuovi scenari normativi. Il primo motore brucia ammoniaca pura, mentre il secondo mescola ammoniaca con idrogeno per migliorare la combustione e ridurre le emissioni. Gli scenari normativi variano dagli attuali limiti di ossido di azoto alle restrizioni globali complete sulle emissioni sia di ammoniaca che di ossido di azoto.
Collocazione geografica e impatto ambientale
Secondo il rapporto del MIT, gli impatti sulla salute del combustibile ammoniacale sarebbero più gravi in Asia orientale, dove i volumi di spedizione sono più alti e le normative sulla qualità dell’aria sono meno severe. Lo studio sottolinea anche la necessità di considerare sia gli impatti ambientali che quelli sulla salute pubblica quando si valutano i combustibili alternativi. “Non tutte le soluzioni climatiche sono create uguali”- ha osservato Anthony Wong, l’autore principale dello studio.