ANSF lancia l’allarme pedoni sui binari, oltre cento vittime nel 2015
Nel 2015, la principale causa di morte sulla ferrovia è stata la presenza di pedoni sui binari, calano gli incidenti legati a cause tecniche. Queste le conclusioni emerse dalla Relazione “La sicurezza ferroviaria nel 2015”, presentata dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF), nell’ambito del Convegno internazionale “Istruzione, formazione e cultura per la sicurezza ferroviaria”.
La Relazione è una versione provvisoria, con dati non ancora consolidati, e anticipa il consueto Report annuale che invece sarà inviato, come da obbligo di legge, entro il mese di settembre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Amedeo Gargiulo, Direttore dell’ANSF, ha spiegato che “Il 2015 è stato un anno significativo per la sicurezza delle ferrovie. Da un lato, per molte tipologie di incidenti legate all’esercizio ferroviario abbiamo registrato eventi in diminuzione, dall’altro lato c’è stato un incremento dei comportamenti illeciti da parte di passeggeri o persone non direttamente coinvolte nello scenario ferroviario che, però, hanno perso la vita sui binari”.
“Se nel primo caso, non bisogna abbassare la guardia su temi della manutenzione e della formazione del personale – ha commentato Gargiulo – il problema dei pedoni è allarmante. L’ANSF ha da tempo avviato una serie di iniziative volte all’eduzione ferroviaria tra i giovani, coinvolgendo anche partner qualificati come la Polizia Ferroviaria e le Federazioni della Pallacanestro, Rugby e Pallavolo. A breve lanceremo anche una pubblicità progresso, ma non è sufficiente: occorre il coinvolgimento di tutti gli attori dello scenario ferroviario, dai gestori alle imprese e fino alle istituzioni”.
Complessivamente, nel 2015 gli incidenti ferroviari gravi sono stati 114, in lieve aumento rispetto all’anno precedente (109), ma in linea con il valore medio nazionale, segnando un –15% rispetto al valore registrato nel 2005. Cento le vittime, con 59 morti e 41 feriti gravi. In 89 casi si trattava di illeciti attraversamenti da parte dei pedoni (57 morti e 32 feriti), nove in più rispetto al 2014. In otto casi le vittime salivano o scendevano dai treni in movimento (2 morti e 6 feriti), sei in più rispetto al 2014. Altri tre feriti gravi sono stati la conseguenza di incidenti al passaggio a livello e un investimento in manovra. L’andamento degli incidenti è sostanzialmente in linea con il valore medio dei maggiori paesi europei, ma in Italia sono maggiori gli incidenti alle persone per materiale rotabile in movimento. Gli incidenti legati a cause tecniche (deragliamenti o collisioni) sono sotto la media europea e in leggera diminuzione, 25 nel 2015 contro i 29 del 2014.
Le collisioni sono state quattro, di cui tre per dissesto idrogeologico e una per errata esecuzione di procedure di esercizio in raccordo. È dal 2007 che non si verificano collisioni tra due o più treni grazie all’implementazione tecnologica della rete ferroviaria, resa possibile dallo stanziamento di ingenti risorse statali. I deragliamenti sono stati tre, non hanno provocato vittime e sono in diminuzione rispetto al passato Qui la causa va ricercata nella scarsa attenzione alla manutenzione dell’infrastruttura come nel caso dei due incendi al materiale rotabile (0 vittime ma in aumento rispetto al 2014).
Investimenti e cadute da veicoli ferroviari in movimento sono stati la causa del 74% degli incidenti e dell’84% delle vittime. Il 97% dei morti sono pedoni. Il 73% degli investimenti si è verificato nelle cinque regioni che sviluppano oltre il 50% del traffico ferroviario: Lombardia (18), Lazio (16), Toscana (15), Emilia Romagna (10) e Campania (6). Gli incidenti sono maggiormente concentrati in prossimità dei nodi urbani e metropolitani: Roma (13 incidenti), Milano(8), Bergamo(6), Lucca(6), Bologna (4), Caserta (3), Torino(3).
In aumento le vittime tra i passeggeri in salita e in discesa dei treni. I valori segnano comunque un -47% rispetto al 2009 e quasi un -21% rispetto al valore medio del periodo. Gli incidenti, determinati soprattutto da comportamenti indebiti, sono a volte correlati anche a problematiche manutentive e di non corretta applicazione di procedure di esercizio. I dati mostrano che i guasti alle porte per cause tecniche sono aumentate del 30% nel 2015. È necessario che i dispositivi di sicurezza, che l’ANSF ha reso progressivamente obbligatori dal 2009, funzionino correttamente e che sia valutata l’opportunità di adeguare il materiale esistente agli standard più recenti.
Oltre il 16% degli incidenti significativi (con il 16% delle vittime) sono avvenuti in corrispondenza di un passaggio a livello. Il dato è in crescita e supera il valore medio del periodo. Tra il 2005 e il 2015 è stato soppresso circa il 29% dei passaggi a livello a cui corrisponde una diminuzione degli incidenti del 24% (2005- 2015). Il programma di soppressione continua, con oneri consistenti, ma non può essere l’unico strumento: occorre anche agire sui comportamenti umani.
La Relazione ANSF conclude individuando quattro punti fondamentali sui quali vigilare, nonostante gli elementi positivi registrati nel 2015. Prima di tutto la corretta manutenzione deve essere l’obiettivo primario degli operatori ferroviari; poi la formazione e il mantenimento della competenze devono garantire l’efficacia degli interventi anche e soprattutto nelle condizioni di degrado delle strumentazioni di sicurezza; l’indagine e l’analisi degli incidenti deve essere migliorata da parte degli operatori allo scopo di intervenire e correggere le problematiche emerse e, infine, l’educazione alla sicurezza ferroviaria non deve essere solo a carico dell’ANSF, ma di tutti gli operatori ferroviari.
Per contrastare la tendenza verso comportamenti illeciti in ambito ferroviario, l’ANSF è scesa in campo da diversi anni con campagne di sensibilizzazione che hanno coinvolto partner quali la Polizia Ferroviaria, le Federazioni della Pallacanestro, del Rugby e della Pallavolo e molti uffici scolastici regionali. Ha inoltre chiesto alle imprese ferroviarie e al gestore della rete un’azione incisiva di collaborazione per limitare gli accessi alle aree più a rischio. L’Agenzia sta anche attivando una pubblicità-progresso televisiva e web sull’importanza del rispetto delle regole. La campagna, che sarà realizzata nel corso del 2016, ha l’obiettivo di raggiungere i cittadini che non si rendono conto di quanto possano essere rischiosi determinati comportamenti non conformi alle regole. Inoltre, l’ANSF si propone di studiare il fenomeno dal punto di vista scientifico-psicologico e di riunire, anche grazie al Convegno internazionale organizzato a Roma, le buone pratiche europee per trarne spunto e metter in atto soluzioni ad hoc.
Tra le novità in arrivo, nel corso del 2016 le competenze dell’ANSF verranno estese alle reti regionali interconnesse con l’infrastruttura ferroviaria nazionale. Nel 2015 l’Agenzia ha fornito al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la propria collaborazione alle attività di definizione del decreto ministeriale contemplato all’articolo 1 comma 6 del decreto 112/2007, che individuerà le reti regionali che ricadranno sotto la sorveglianza dell’ANSF.