Cosa sappiamo sulla privatizzazione di Fs?
Privatizzazione Fs, cosa sappiamo? L’Ad Donnarumma apre, Salvini e Zaccheo favorevoli. Ipotesi privati con controllo pubblico?
Privatizzazione Fs, il punto sugli ultimi sviluppi
Privatizzazione Fs, ipotesi possibile. La linea comune degli AD
L’ingresso di possibili soci privati nel capitale delle Ferrovie dello Stato è un tema che viene regolarmente discusso ormai da tempo. Già il precedente amministratore delegato del Gruppo Fs, Luigi Ferraris, ne aveva parlato a più riprese nel corso del suo mandato. Più volte, infatti, Ferraris ha sottolineato l’importanza di aprire le porte del mondo Fs a investitori privati, evidenziando l’importanza potenziale di nuovi capitali per fronteggiare le sfide future che attendono Fs. Secondo Ferraris, nei prossimi 15 anni si presenterà la necessità di rinnovi (anche profondi) di strade e ferrovie, e potrebbero servire centinaia di miliardi di euro. Mentre al giorno d’oggi il PNRR sta dando una grossa mano con gli investimenti, l’ex Ad Ferraris guardava al dopo: l’ingresso di privati per garantire continuità ed evitare la deindustrializzazione del Paese.
Questa estate, Ferraris ha terminato il suo mandato. Al suo posto, è subentrato Stefano Donnarumma, il quale non ha smentito le voci sulla privatizzazione di Fs, anzi. Un’ipotesi di valutazione di una possibile apertura del capitale, se dovesse essere vantaggioso per l’azienda: questa l’idea dell’attuale Ad. Non si parla ancora di quotazione in borsa, ma anche questa prospettiva non sembra del tutto da escludere: “È quasi sempre la conseguenza di un percorso del genere”, le parole di Stefano Donnarumma. L’Ad ha anche parlato di possibili tempistiche: pochi mesi per definire una strategia interna, e tempi di esecuzione intorno ai due anni. In linea teorica, Fs dovrebbe preparare un piano entro la fine del 2024. Il piano poi verrebbe girato al Ministero dell’Economia, azionista pubblico di Fs. La cosa interessante è che la questione privatizzazione non è stata direttamente assegnata a Donnarumma; come rivelato da lui stesso, infatti, esisteva già uno studio in corso.
Lo studio in questione, base del piano dell’amministrazione Ferraris, regolamentava già la presenza di possibili privati. Esso prevedeva l’attuazione della Regulatory Asset Base, un’assicurazione che riguarda i privati nelle aziende pubbliche. La RAB remunera gli investitori secondo criteri prestabiliti per evitare possibili comportamenti abusivi derivanti dalla posizione dominante dell’azienda.
Salvini: “Ok alle privatizzazioni, ma controllo sia statale”
L’ultima apertura, in ordine di tempo, è del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini. Intervistato a margine dell’inaugurazione del Salone dell’Auto di Torino, Salvini ha parlato anche di privatizzazione Fs. “Se soggetti privati vogliono collaborare a modernizzare e rafforzare il servizio ferroviario, se c’è un progetto, soprattutto per l’Alta Velocità, lo leggo molto volentieri”. Salvini ha poi continuato dicendosi “molto pragmatico e poco ideologico”, e parlando di un “possibile mix tra pubblico e privato, con il controllo pubblico”. In ogni caso, il Ministro ha poi specificato che non ci sarà una svendita di Fs.
Anche Nicola Zaccheo, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, si è recentemente espresso in maniera favorevole sul tema: “Per noi è un invito a nozze. Ci sono però due paletti robustissimi da mettere: rafforzare parallelamente la regolazione e mantenere la rete ferroviaria unica, pubblica e nazionale”.
Al momento, dunque, in campo ci sono solo le ipotesi. Concrete, sostenute dalle parole degli attori principali della vicenda, ma solamente ipotesi. Sembra chiaro che la possibilità di una privatizzazione (con dei limiti precisi) sia ben vista dalle diverse parti. Tuttavia, come ha sottolineato anche l’Ad di Fs Donnarumma, prima di fare qualunque passo saranno effettuate approfondite valutazioni. Non è sicuramente scontato che si arrivi alla privatizzazione; già in passato se n’è discusso, salvo poi rimandare ai posteri eventuali step successivi. I sindacati come Cisl e Uil si sono già dichiarati contrari a questa ipotesi, definendola “non utile” per l’Italia, per la Ferrovia e per i ferrovieri.
Indubbiamente, la strada è ancora lunga e potrebbero non arrivare sviluppi interessanti nei prossimi mesi- forse nemmeno nei prossimi anni. Tuttavia, visto il momento storico che favorisce questa visione comune, è opportuno prestare attenzione alla questione privatizzazione: chissà che non sia la volta buona.