Cura del Ferro: 17 miliardi di euro sul contratto di programma RFI
Presentato nella sede del MIT l’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana (RFI), la nuova strategia di investimenti si tradurrà in maggiore sicurezza, più tecnologia, trasporti puntuali ed efficienti, qualità e comodità per i viaggiatori, soprattutto pendolari.
Agli otto miliardi previsti nel prossimo aggiornamento 2016 sono stati aggiunti nove miliardi di risorse stanziate con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e con il decreto “Sblocca Italia” per un totale di 17 miliardi di euro.
Maurizio Gentile, AD di RFI, ha spiegato che “le scelte di investimento sull’infrastruttura sono finalizzate a sviluppare, per un totale di 5,4 miliardi, i quattro Corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso; potenziare le strutture terminali “core” delle infrastrutture ferroviarie per il rilancio del traffico merci intermodale. Inoltre, in piena sinergia con il Ministero, previsti 3,5 miliardi per i nodi urbani e il TPL in generale, come anche per i raddoppi previsti su alcune tratte (Andora – Finale Ligure, Pistoia – Montecatini – Lucca), la progettazione dei collegamenti con gli aeroporti, la velocizzazione degli itinerari della linea convenzionale, gli interventi in 400 stazioni per l’innalzamento dei marciapiedi e le barriere architettoniche, il miglioramento degli impianti per l’informazione al pubblico in 600 scali”.
Il ministro Graziano Delrio ha ribadito l’importanza per il nostro Paese dei quattro Corridoi Europei che lo attraversano e, di conseguenza, il forte impegno per confermare il ruolo dell’Italia quale snodo essenziale, anche nell’ottica della creazione dello spazio unico europeo prevista dal IV Pacchetto ferroviario che creerà le condizioni per incrementare i traffici verso gli altri Paesi e soprattutto per competere in tratte estere come la Parigi-Bruxelles.
Tra i traguardi da raggiungere nel settore delle merci, un potenziamento complessivo dell’offerta, con un miglioramento dell’intermodalità per intercettare il traffico proveniente dai porti e dai retroporti; e in quello del TPL, dove il binomio ferro-gomma può diventare la risposta alla crescente domanda di mobilità degli italiani, con interventi specifici sulla rete ferroviaria del Sud, possibili anche grazie al Pon Infrastrutture e Reti 2014-2020, che attualmente presenta le maggiori criticità. Infine, le nuove tecnologie che RFI sta installando nei nodi urbani potranno portare ad una maggiore regolarità e frequenza dei treni regionali e metropolitani, con un vantaggio per l’intero sistema di mobilità dei grandi nodi urbani.
Renato Mazzoncini, AD di FS Italiane, ha sottolineato il ruolo strategico del Gruppo nella ridefinizione dell’offerta di trasporto, sia per i viaggiatori sia per le merci, supportata dall’azione forte e decisa del Governo e del MIT. “Con 74 miliardi di euro, FS si conferma il Gruppo industriale che ha attivato più investimenti in Italia: 45 miliardi sono dedicati alle Grandi Opere afferenti anche ai Corridoi Europei; 17 miliardi riguardano lo sviluppo della rete nazionale, fatta di oltre 16mila km su cui corrono 9mila treni al giorno; 8 miliardi per la sicurezza e il mantenimento in efficienza della rete e 4 miliardi per l’innovazione tecnologica. FS non può che guardare, oltre che all’Italia, anche all’Europa come naturale terreno di evoluzione: proprio per questo è forte l’impegno per portare avanti i lavori di realizzazione dei Corridoi Europei, come quelli in corso tra Treviglio e Brescia e quelli previsti verso Verona il prossimo anno”.
Nella nota ufficiale le FS si dichiarano pronte a fare la propria parte per sposare la politica europea in fatto di trasporti e intermodalità: portare il 30% delle merci dalla strada al treno, sulle distanze superiori ai 300 km. Il panorama attuale vede infatti il 96% dei trasporti in forte dipendenza dal petrolio. “La sfida più grande e urgente per il Gruppo FS – sottolinea il comunicato – è quella dei nodi urbani: dopo aver collegato le grandi metropoli con collegamenti rapidi, frequenti ed efficienti, tocca ora fare un grosso passo in avanti per cambiare l’esperienza di trasporto dei pendolari italiani. Le nuove tecnologie, rese possibili dal nuovo innesto di investimenti, porteranno a migliorare la regolarità dei convogli, arrivando a distanziamenti tra un treno e l’altro simili a quelli delle metropolitane. Saranno poi attivate nuove fermate e stazioni per dare risposte concrete a chi vuole lasciare a casa l’automobile ma non può ancora farlo”.