Trasporto merci: la tecnologia DAC a supporto della logistica
La nuova tecnologia potrebbe portare numerosi vantaggi per il trasporto merci
La tecnologia DAC ( accoppiamento automatico digitale) potrebbe presto arrivare a supporto del trasporto merci e della logistica.
La strada per lo shift modale da gomma a rotaia, per il trasporto merci, è infatti ancora piuttosto lunga. Dai dati raccolti, emerge che la media europea delle merci trasportate su rotaia è del 17%. In Italia la situazione è ancora più urgente: solo il 12% del trasporto merci avviene tramite treno, mentre l’80% viene ancora spostata tramite strada (84% in Europa). Per capire meglio questi dati, bisogna partire da quelli che sono gli obbiettivi finali: secondo la nota Agenda 2030, la percentuale delle merci trasportate tramite convogli ferroviari dovrà essere, nel 2030 appunto, del 50%.
Trasporto merci: il confronto delle associazioni
A Venezia si sono incontrati gli operatori principali del panorama logistico italiano, per un confronto organizzato da UIP (Unione Internazionale dei detentori di carri merci) e Assoferr (Associazione degli operatori ferroviari e intermodali).
La volontà generale è quella di intraprendere un percorso rivoluzionario simile a quello messo in atto per il trasporto passeggeri, tramite investimenti che aiutino a raggiungere gli obbiettivi prefissati (secondo i calcoli di UIP, sarebbero necessari 13 miliardi di euro per riuscirci).
Il Presidente di Assoferr, Armando De Girolamo, chiede inoltre una programmazione specifica al Governo per superare il momento di crisi del mercato e potenziare questo asset. Il Presidente UIP David Zindo, da parte sua, chiede migliorie alle linee ferroviarie europee, non abbastanza aggiornate e quindi non competitive sul mercato della logistica.
Tecnologia DAC: Accoppiamento Automatico Digitale
Nel suo intervento, Zindo ha citato una tecnologia che sarebbe decisamente utile alla causa: il DAC (Accoppiamento Automatico Digitale). Si tratta di una meccanica per cui il treno diventa un unico vettore energetico capace di prelevare energia dalla catenaria e di cederla all’intero convoglio. Si partirà con i test su 6 treni, con più di 120 carri. La sperimentazione continuerà poi nei prossimi anni anche in Europa, con più di 100 treni in pre-esercizio.
Pier Luigi Navone, di Ansfisa, ha annunciato l’inizio della sperimentazione di questa nuova tecnologia in Italia: “ Per il trasporto merci su ferro, il DAC rappresenta oggi un progetto tecnologico davvero innovativo e ANSFISA sta seguendo con attenzione, soprattutto in previsione delle attività di autorizzazione e delle procedure che andranno messe in campo. È comunque importante che il settore continui a valutare l’adozione di strumenti che riducano ulteriormente i rischi anche nel trasporto ferroviario, dal deragliamento alle attività di manovra del personale”.
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Gli investimenti
Tra i principali investitori dell’intermodalità c’è indubbiamente Ferrovie dello Stato, che con il suo Polo Logistica ha già preparato un piano di 3 miliardi di euro che riguarda in larga parte anche il rinnovo di carri e locomotori di ultima generazione. Sabrina De Filippis, AD di Mercitalia, ci ha tenuto a sottolineare questi concetti: “Siamo i primi in Italia a supportare il sistema DAC. Si tratta di un progetto che contribuirà all’evoluzione della Logistica. Per tutto il settore, il DAC deve essere la priorità: anche per le istituzioni, perché migliora la sicurezza ed eleva gli standard qualitativi del trasporto merci in ottica intermodale”.
Anche l’AD di RFI Giampiero Strisciuglio è intervenuto, sottolineando come “in Italia sono presenti 17mila km di rete ferroviaria: di questi, 5,5mila km fanno parte delle reti Ten-T europee. Nel 2032, saremo i primi a usare questi 5,5mila km per far viaggiare treni di 750 metri con sagome al massimo peso consentito. Rfi è una delle poche che, anche in caso di cantieri e lavori, non interrompe mai completamente la circolazione sulla linea interessata, che rimane utilizzabile”.
Le altre infrastrutture
Gli investimenti riguardano anche i porti, con l’obbiettivo di migliorare i collegamenti ferroviari e digitalizzare laddove possibile. Ne ha parlato Zeno D’Agostino, presidente dimissionario dell’Autorità portuale di Trieste, con specifico focus sul porto di cui era responsabile: “Trieste è un esempio campione a livello nazionale che sta attraendo investimenti da tutta Europa. In particolare, nel settore ferroviario le imprese hanno investito anche per creare grandi officine per la manutenzione e riparazione carri”.