Fermerci: al lavoro per colmare il gap del trasporto merci su ferro
Avviata la consultazione per il rapporto Fermerci 2024. Partner scientifici saranno PwC e RSE.
Avviata la consultazione degli stakeholder per la redazione del rapporto annuale 2024 di Fermerci. Si tratta della seconda edizione e, al pari della prima sarà un documento analitico basato sui dati di settore che potrà fungere da “bussola” ai decisori governativi. Finora la prima fase del lavoro è stata avviata con il coinvolgimento del Gestore dell’Infrastruttura – Rete Ferroviaria Italiana. Quindi toccherà a tutti gli operatori al fine di ottenere un documento che rappresenti in maniera oggettiva i dati del settore.
Quest’anno la redazione dello Studio è affidata a PwC e RSE, quest’ultima, società indipendente di ricerca, si occuperà della valutazione dei consumi energetici connessi al trasporto di merci su ferrovia e dei relativi impatti in termini di emissioni di CO2.
Per Fermerci l’inversione di tendenza auspicata, cioè lo shift intermodale verso il trasporto merci su ferro, ha avuto pochi risultati rispetto alle aspettative.
Scrive la Federazione: “I volumi del settore ferroviario merci in Italia rappresentano oggi, rispetto alle altre modalità di trasporto, l’11% (fonte dati RFI e Conto Nazionale dei Trasporti del Ministero Infrastrutture e dei Trasporti), purtroppo ancora poco rispetto ad altri Paesi Europei”.
E le aspettative per il 2023 non sono affatto rosee secondo Fermerci: “Sicuramente subiranno una riduzione per l’anno 2023, a causa di eventi straordinari e contingenze economiche che impattano sul traffico delle merci. Lo shift modale e “la narrazione della cura del ferro” non hanno prodotto i risultati auspicasti negli ultimi anni perché il trasporto ferroviario delle merci è stato penalizzato da un gap infrastrutturale”.
Un gap che proprio i fondi del Pnrr dovrebbero colmare. “Uno studio del Wuppertal Institut per Greenpeace Europa, evidenzia che dal 1995 al 2018 in Italia gli investimenti sulla Rete Stradale sono stati del +28% rispetto agli stessi sulla Rete Ferroviaria. Le ingenti risorse del PNRR hanno solo lo scopo di compensare questo divario”.
A ciò si aggiunge una riflessione su contributi e aiuti di vario genere alle altre modalità di trasporto merci: “Sarebbe interessante valutare in maniera oggettiva il volume di sussidi ambientalmente dannosi e di incentivi che lo stato eroga a modalità di trasporto più inquinanti della ferrovia, questo esercizio aiuterebbe a comprendere i limitati risultati ottenuti dal trasporto ferroviario delle merci negli ultimi anni” – conclude Fermerci.