Ferrovie, l’Antitrust: sperare servizio pubblico e servizi di mercato
Separare il servizio pubblico – cioè il diritto alla mobilità dei passeggeri – dai servizi di mercato, che devono svolgersi in piena competizione. E’ un avvertimento forte quello che viene dall’Antitrust, che interviene nel settore del trasporto ferroviario, con una nota inviata a Governo, Parlamento e Regioni.
E’ necessaria, spiega l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che sia chiara la distinzione tra il servizio ferroviario universale finanziato da stato e regioni – che garantisce la mobilità dei passeggeri – e i servizi di mercato redditizi, aperti alla concorrenza.
A questo proposito, l’Autorità ricorda la necessità di utilizzare lo strumento delle gare per l’affidamento di servizi universali. Alle regioni l’Antitrust chiede di non ricorrere all’affidamento diretto dei servizi locali, che le priva dei vantaggi conseguibili attraverso le procedure di gara e limita il loro potere contrattuale sulle condizioni di offerta da parte dell’impresa affidataria.
Secondo l’Autorità, poi, va definita con maggiore chiarezza l’area dei servizi “a contribuzione” (tipo di treno, capacità, fermate, tempi di percorrenza totali e parziali), sulla base delle esigenze pubbliche di mobilità. Il servizio universale dovrà quindi “essere messo a gara, affidandolo alle imprese in grado di minimizzare i sussidi e quindi le risorse pubbliche impiegate”. Quanto ai tempi di realizzazione delle gare, essi dovranno essere tali da consentire a tutti i potenziali concorrenti di reperire il materiale rotabile, che ad oggi è nella quasi totale disponibilità di Trenitalia.
L’Autorità fa notare infine che esiste un’area di servizio ferroviario passeggeri a media e lunga percorrenza che riceve i sussidi da parte dello Stato ma non risulta precisamente delineata. Non sono chiare, cioè, né quali tipologie di treni include, né quali siano le obbligazioni a carico di Trenitalia (ovvero, frequenza dei treni, fermate e tempi di percorrenza). Grazie a questa situazione poco chiara, afferma l’Antitrust, “Trenitalia potrebbe spostare parte dei sussidi sui servizi aperti al mercato, distorcendo il confronto competitivo con gli altri operatori”.
Trenitalia potrebbe inoltre avere l’interesse a trasferire, a parità di sussidi ricevuti, una parte della domanda dei viaggiatori dall’area del servizio universale a quella di mercato, redditizia. Numerose le segnalazioni ricevute dall’Autorità negli ultimi mesi: i passeggeri lamentano un peggioramento dell’offerta in termini di puntualità, di frequente soppressione di alcune corse, di modifiche intervenute nell’orario che non consentono più di soddisfare la domanda dei pendolari esclusivamente con l’offerta dei treni regionali, di aumento dei tempi di percorrenza dei treni regionali per dare la precedenza ai treni più veloci.
In sostanza, spiega l’Agenzia, “il quadro di opacità regolamentare può indurre Trenitalia a segmentare artificiosamente la domanda dei viaggiatori, forzandola all’acquisto di servizi a prezzo libero laddove dovrebbero essere forniti servizi universali”, sottolinea l’Agcm.