Fit-Cisl: sbagliato scorporare Rfi dal Gruppo Fsi
“Le anticipazioni in merito alle liberalizzazioni nei trasporti, soprattutto per quel che riguarda lo scorporo di Rfi dal Gruppo Fsi ci allarmano fortemente. Noi siamo nettamente contrari”. Così il segretario generale della Fit-Cisl Giovanni Luciano ha commentato i contenuti della bozza sulle liberalizzazioni allo studio del governo Monti.
“Per garantire accesso a condizioni eque e non discriminatorie basta e avanza l’Autorità di regolazione dei Trasporti che abbiamo sempre richiesto. Non vogliamo che l’interesse di pochi prevalga sull’interesse generale, destabilizzando la situazione patrimoniale del Gruppo Fs e quindi di Trenitalia, che ha ancora 6 miliardi di euro di debiti”.
“Ciò produrrebbe – prosegue Luciano in una nota – anziché un miglioramento del servizio ferroviario, la sua definitiva scomparsa al Sud e nelle aree periferiche del Paese, con la messa in discussione anche dei 4 miliardi e 600 milioni di euro di investimenti già assegnati da Trenitalia all’industria ferroviaria di costruzione dei treni sul suolo italiano”.
Il leader della Federazione Trasporti della Cisl precisa che «Non difendiamo Moretti, anzi siamo fortemente critici sui comportamenti imprenditoriali dell’amministratore delegato di Fs, ma questi provvedimenti rimangono comunque assurdi».
Sulla eliminazione dell’obbligo di applicazione dei contratti, “vogliamo solo dire che di fatto non c’è e non c’è mai stata”, ha infine aggiunto Giovanni Luciano in merito all’eliminazione dell’obbligo di applicare i contratti – Attività ferroviarie, Autoferrotranvieri, Merci e Logistica – prevista anch’essa nella bozza del dl liberalizzazioni.