Fs-sindacati, partita dura sul contratto di lavoro
“Una fesseria è l’affermazione dell’amministratore delegato del Gruppo Fs Mauro Moretti che per proseguire il confronto sul contratto le parti sociali si possono incontrare quando e dove vogliono”. Con queste durissime parole, il segretario nazionale della Filt-Cgil Alessandro Rocchi replica al numero uno delle Ferrovie in merito alla trattative sul contratto.
“Nel gennaio 2010 – ricorda Rocchi – sindacati e associazioni datoriali hanno concordato con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che la trattativa contrattuale si sarebbe tenuta in sede ministeriale e che sarebbe stata coordinata da una delegazione interministeriale che ha coinvolto anche il Ministero del Lavoro. L’ultimo incontro – prosegue Rocchi – si è tenuto il 28 luglio scorso e in quell’occasione fu stabilita la prosecuzione del negoziato per il 13 settembre, appuntamento successivamente rinviato e tuttora non riprogrammato dal Ministero. Dunque per i sindacati e come ribadito nell’incontro di ieri con Fs – conclude il sindacalista Filt – il luogo del negoziato rimane il Ministero e se Fs o Federtrasporto hanno cambiato idea si assumano con ragionevolezza, almeno la responsabilità di dirlo, evitando così altre fesserie”.
Per le Ferrovie si preannuncia un autunno difficile. A causa dei tagli attuati nel tpl, nel servizio a lunga percorrenza nella manutenzione della rete ferroviaria, la situazione rischia di diventare davvero pesante. Le poche risorse disponibili porteranno alla revisione se non alla disdetta dei contratti tpl di servizio. Durante l’incontro coi sindacati, Moretti ha dichiarato che Trenitalia, se le Regioni non confermeranno i contratti di servizio, non sarà in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali, né sarà nelle condizioni di pagare gli stipendi. A rischio anche gli investimenti per l’acquisto del materiale rotabile. Altrettanto importanti le conseguenze per Rfi nel ramo manutenzione, i cui livelli attuali potrebbero non venire garantiti.
Trenitalia, che vanta oggi un credito di circa 1.400 milioni di euro dalle Regioni per il servizio già svolto, stima un calo di fondi per 1200-1300 milioni, e non può reperire liquidità sul mercato finanziario per una precisa disposizione del Ministero del Tesoro. Di conseguenza, ridimensionamento del trasporto regionale (si parla del 20%) e ritocchi alla lunga percorrenza, dove la scure minaccia circa 100 treni e altrettanti treni a mercato che non si giustificano economicamente. A conti fatti, un terzo dell’intero prodotto Divisione Passeggeri Nazionale/Internazionale. L’Orsa ha infine proclamato tre giornate di sciopero dei lavoratori delle ferrovie (interessata anche Trenord) per i giorni 25, 26 e 27 novembre: oggetto del contendere, il rinnovo e l’integrazione delle procedure di raffreddamento.
Vincenzo Foti