Fsi, Soprano: per il servizio universale mancano 134 milioni
Per mantenere le 70 coppie di treni nazionali del servizio universale mancano 134 milioni di euro. A tutt’oggi ne sono stati erogati 220. Senza l’integrazione, le Fsi saranno costrette a ridurre i convogli, come previsto dal contratto di servizio 2009-2014 sottoscritto con il ministero dei Trasporti. L’allarme stavolta viene dritto dritto dal protagonista principale, l’amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano. In un incontro con i giornalisti, Soprano ha annunciato di aver presentato al Ministero di Corrado Passera una proposta per evitare ulteriori tagli, non mancando di ribadire che i famosi treni notturni sono legati a questo contratto. E nel contratto c’è una clausola che parla chiaro: o il cliente (in questo caso il Governo italiano) mette più soldi, o l’offerta dei treni è destinata a cambiare. In peggio, naturalmente.
Altra sottolineatura di Soprano, da prendere con le pinze: nel settore dei treni notte a lunga percorrenza, le Ferrovie subiscono la concorrenza dei voli low cost e, pertanto, la domanda di tale servizio tende a scendere. Qui si potrebbe discutere tratta per tratta, verificare quali servizi vengono erogati e dove, la comodità degli orari del treno rispetto all’aereo, la vicinanza degli aeroporti e le difficoltà connesse al loro raggiungimento. Che si preferiscano gli aerei low cost rispetto al vagone letto non è vero in senso assoluto, perché a fronte di un biglietto a tariffa più bassa ci sono i costi in termini di spostamento verso gli scali, i tempi di attesa, la possibilità di trasportare alcuni tipi di bagagli, che l’aereo non sempre dà. Senza contare che l’aereo non può avere, per difficoltà intrinseche alle infrastrutture connesse, la stessa capillarità del treno e che laddove non arriva l’Alta Velocità, il servizio universale resta l’unica ancora di salvezza. Specie con le strade impercorribili e con gli aumenti del prezzo dei carburanti.
“Noi – ha concluso Soprano – abbiamo fatto delle proposte ma ora tocca al Ministero decidere come mantenere il servizio universale”.
Vincenzo Foti