Il Mit punta alla “cura del ferro”: ecco i nuovi investimenti previsti
Una nuova strategia di investimenti sulla rete ferroviaria. L’hanno presentata oggi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Renato Mazzoncini e l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile presso la sede del Ministero.
Le risorse aggiuntive previste per la “cura del ferro”, stanziate con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e con il decreto “Sblocca Italia” ammontano a 9 miliardi di euro destinati all’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra MIT e RFI, più altri 8 miliardi che saranno presto oggetto dell’aggiornamento 2016. L’altro decisivo apporto alla cura del ferro viene dagli investimenti destinati al Sud dal Pon Infrastrutture e Reti 2014-2020.
Delrio ha illustrato le linee fondamentali: maggiore sicurezza, tecnologie di ultima generazione sui treni, nelle stazioni e lungo le linee, qualità e comodità per i viaggiatori, rapidità nei collegamenti, ma soprattutto un’attenzione particolare agli interventi sulle reti regionali e locali in favore degli spostamenti pendolari, e a ogni tipo di investimento utile a trasferire il trasporto merci dalla gomma al ferro.
FS Italiane punta a una concentrazione selettiva sugli investimenti strategici per sfruttare in maniera efficace le risorse economico/finanziarie disponibili. Questo anche attraverso l’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti con interventi dal costo contenuto come gli investimenti in tecnologia, da affiancare ad azioni coordinate tra le diverse modalità a carattere organizzativo e gestionale.
Le scelte di investimento sull’infrastruttura sono finalizzate a sviluppare i quattro Corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso; migliorare e potenziare le infrastrutture soprattutto nelle aree urbane per garantire servizi superiori in quantità e qualità, evitando che queste diventino “colli di bottiglia”; potenziare le strutture terminali “core” delle infrastrutture ferroviarie per rilancio del traffico merci intermodale.