Intermodalità: gomma-ferro anche per i passeggeri
In Italia il predominio del trasporto su strada è ancora molto evidente nel trasporto passeggeri, dove gli spostamenti rappresentano l’83% del totale contro il 7% delle ferrovie. Una distorsione che va corretta intervenendo sulle infrastrutture, sulla gestione, sulla tecnologia e sull’organizzazione. Il suggerimento viene da un’analisi del centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. L’Alta Velocità è senz’altro un’occasione di rilancio della ferrovia, non solo per i treni a lunga percorrenza ma anche per le merci e per gli spostamenti metropolitani e regionali. Il trasferimento dei convogli più veloci dalle linee storiche rende queste ultime libere di essere trasformate in reti metropolitane con servizi regolari, frequenti e con fermate ravvicinate nello spazio. In un contesto simile, il tpl su gomma potrebbe fare da canale di adduzione alla rete ferroviaria, potenziando i parcheggi di interscambio, le autostazioni e nodi di incrocio treno-bus. Ecco un esempio di intermodalità per i viaggiatori. La strada però predomina anche per le merci, sebbene in modo meno accentuato rispetto al comparto passeggeri: nell’Europa a 27 il trasporto su ferro rappresenta il 18% del totale, a fronte del 76% di quello gommato (Eurostat 2010).
Per riequilibrare la bilancia è necessario puntare sull’intermodalità. Il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia è diventato strategico per ragioni economiche, ambientali e di sicurezza. Però, poiché la ferrovia non è mai autosufficiente (al contrario della strada che raggiunge ogni punto del territorio) essa può avere un ruolo solo nell’intermodalità. Inoltre, non essendo sostenibile per volumi limitati su distanze brevi, risulta conveniente solo realizzando treni completi, che sorreggano il costo unitario del trasporto, e se i tempi di resa, la regolarità e l’affidabilità del vettore vincono su quelli della strada. Per spostare le merci dalla gomma al ferro vanno infine eliminati due grossi ostacoli: lo squilibrio dei rispettivi costi e la scarsità di tracce orarie per i treni merci. Nel trasporto su strada i prezzi sono calati grazie ai progressi tecnologici dei veicoli, che consentono minori costi chilometrici e maggiori prestazioni (portata e velocità), sebbene permanga un vincolo di efficienza energetica (impatti ambientali e consumi); in ferrovia invece, l’obbligo del pareggio del bilancio ha obbligato le reti ad aumentare le tariffe. Circa gli orari, i treni merci potrebbero in teoria circolare anche sulle linee Av, ma in pratica non esistono treni adatti a percorrerle, soprattutto in rapporto alle pendenze delle tratte e alla massa rimorchiata dei convogli. Le linee storiche sono invece interessate da un aumento della domanda di trasporto passeggeri regionale, che limita la disponibilità di tracce rendendole quindi scarse e non sempre efficienti per il combinato.
Vincenzo Foti