Liberalizzazione delle ferrovie, critiche dall’Orsa
Il futuro del sistema ferroviario è nel libero mercato. Ma in un mercato reciproco, che consenta l’ingresso alle imprese nella nostra rete nazionale e viceversa. Al momento invece, la situazione è sbilanciata solo nel primo senso. E’ questo il parere è il sindacato Orsa, che ha affrontato i problemi della liberalizzazione delle ferrovie durante una giornata di studio-convegno tenutasi a Firenze.
Il servizio ferroviario è per sua natura remunerativo, dal lato economico, su alcune tratte e non (o comunque meno) su altre. Oggi la liberalizzazione viene chiaramente attuata sulle linee che permettono guadagni, lasciando allo Stato la responsabilità di quelle in perdita, dove ‘resiste’ il servizio universale. Come a dire: ai privati il profitto e ai cittadini la copertura dei buchi.
I sindacati criticano due elementi nell’attuale strategia della liberalizzazione. Secondo l’Orsa non è vero che la concorrenza migliora i servizi, sia perché la ferrovia si presta naturalmente a una gestione monopolistica pubblica, sia perché l’efficienza e la qualità non passano attraverso la concorrenza tra operatori, ma attraverso il controllo, la responsabilizzazione, l’investimento pubblico mirato e la pianificazione industriale strategica. Inoltre, la bilancia pende a favore delle imprese private, che non solo si occupano delle linee più redditizie ma possono conquistare anche l’estero, mentre allo Stato rimane il ‘carrozzone’ del servizio universale che non dà profitti. Anzi, produce tagli alla collettività e assottiglia l’orario ferroviario.