Liberalizzazioni, Orsa: un attacco al lavoro
“Un attacco al lavoro”. Così l’Orsa definisce in una nota il decreto sulle liberalizzazioni del governo Monti. “Non si può definire altrimenti un provvedimento che cancella il diritto dei lavoratori ad avere un contratto nazionale di riferimento e intende mettere una pietra tombale sul Ccnl della Mobilità”. Una deriva delle tutele e dei diritti alla quale i ferrovieri, nell’ambito dello sciopero generale di tutti i lavoratori italiani proclamato dal sindacato, risponderanno con 24 ore di blocco totale dei treni dalle ore 21 di giovedì 26 gennaio alle 21 di venerdì 27.
Nella nota l’Orsa si dice comunque pronta a confrontarsi sui temi della liberalizzazione a condizione che siano garantite reali clausole sociali che evitino il dumping occupazionale e una concorrenza basata sull’abbattimento dei salari e dei diritti. Altro scoglio da evitare è la disgregazione del sistema ferroviario regalando i servizi remunerativi alle lobby private, mentre per Trenitalia si profila la creazione di una ‘good company’ per l’alta velocità e di una ‘bad company’ nella quale collocare decine di migliaia di esuberi tra i ferrovieri (oggi l’Alta Velocità riequilibra le perdite del trasporto pubblico permettendo al nostro Paese di avere le tariffe e i finanziamenti pubblici più bassi di tutti i Paesi Europei).
Il sindacato è contrario a che “si azzerino le capacità industriali e trasportistiche del Gruppo Fs attraverso una separazione societaria che determinerà inevitabilmente un maggior costo per l’intera collettività”. Vuole inoltre evitare che “si ripeta sui binari l’infausta esperienza del trasporto aereo che ha visto la distruzione di Alitalia, mentre nelle ferrovie la liberalizzazione sinora attuata non ha determinato alcun incremento del trasporto merci su ferro, ma ha causato solo il dissolvimento della Divisione Cargo e – nel servizio passeggeri – la cancellazione dei treni notte.” Sulla liberalizzazione ferroviaria si agita infine lo spettro della Gran Bretagna, dove una privatizzazione selvaggia e non regolata ha decuplicato i prezzi dei biglietti, ha fatto lievitare il contributo pubblico che costa agli inglesi 200 volte di più di quello italiano, ha licenziato intere generazioni di ferrovieri della rete e del trasporto e ha peggiorato i livelli di sicurezza.
Vincenzo Foti