Lo stato dell’intermodale terrestre secondo Ispi
Offrire una panoramica completa della domanda di trasporto merci nazionale e internazionale e della sua ripartizione modale. Individuare le criticità del combinato ferroviario e aereo. Avanzare proposte per il riequilibrio delle merci via gomma, ferro e aria riorganizzando i vari servizi. Questi gli obiettivi principali dello studio Ispi presentato dalla Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica del Ministero dei Trasporti.
Partendo dall’analisi dell’intermodale terrestre, nel 2007 sono state complessivamente trasportate su strada 1,5 miliardi di tonellate di prodotti, con un movimento totale pari a oltre 179 miliardi di tonnellate/km, di cui il 10,1% in conto proprio e l’89,9% in conto terzi. La distanza media degli spostamenti è pari a 38,8 km per il conto proprio e a 134,4 km per il conto terzi, con una media complessiva intorno ai 100 chilometri. Per le merci su strada, la percorrenza media più alta si registra in Puglia (204,4 km), quella più bassa minima in Valle d’Aosta (38,7 km). La quota di traffico che ha origine o destinazione nella stessa regione risulta pari al 73%; il 24% delle merci viene invece movimentato tra regioni diverse su distanze inferiori ai 500 km e il restante 3% su distanze superiori. Circa il 70% delle merci movimentate ha origine nelle regioni a nord dell’Emilia Romagna (compresa). Nel periodo compreso fra il 2000 ed il 2005, la domanda di trasporto soddisfatta dalla strada è cresciuta del 24%, con un tasso annuo superiore al 4%, per poi stabilizzarsi nel biennio successivo. Circa l’evoluzione negli ultimi due anni, mancando il dato Istat, lo studio fa riferimento all’andamento del traffico autostradale che, in termini di veicoli/km, è calato del 10%.
In ferrovia, la quantità di merce complessviamente movimentata è risultata pari, nel 2007, a poco meno di 40 milioni di tonnellate e a 13,1 miliardi di tonnellate/km, con uno spostamento medio di 342 km. Nel 2005 circa il 65% delle merci aveva origine o destinazione in Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Tra il 2004 e il 2007 il trasporto su ferro è aumentato, in termini di tonnellate/km, del 13% (+3,2% per anno) per poi ridursi, nel biennio successivo, del 30%. Negli ultimi cinque anni la percorrenza media è diminuita da 265 a 233 km (-14%).
Passando all’intermodale, che nel 2007 rappresentava il 42% del traffico ferroviario, va osservato che Cemat, il principale operatore, ha movimentato circa 3 milioni di merce condizionata in casse mobili, scendendo però nel successivo triennio a 1,9 milioni. Il secondo maggior operatore, Hupac, ha visto invece quasi triplicare il proprio traffico nazionale tra il 2004 e il 2008, anche qui però con una flessione di oltre il 20% nell’ultimo biennio. Nel 2010 l’intermodale ha contato in tutto circa 730 mila tonnellate di merce.
In conclusione, stando a questo primo outlook, ancora una volta la strada vince e stravince fagocitando il 97,4% della domanda di trasporto merci nazionale contro l’1,5% della ferrovia “tradizionale” e l’1,1% dell’intermodale. In termini di tonnellate/km, la rotaia detiene una quota pari all’8%, equamente ripartita fra trasporto tradizionale e trasporto combinato.
Vincenzo Foti