Ministero della Giustizia e Gruppo FS siglano un protocollo per favorire il reinserimento sociale dei detenuti
Favorire l’istruzione, l’orientamento e la formazione professionale dei detenuti, sostenere il loro coinvolgimento in programmi di pubblica utilità, fino ad arrivare a un loro reinserimento nel tessuto civile e sociale delle comunità.
Questi gli obiettivi al centro del protocollo “Mi riscatto per il futuro”, siglato tra il Ministero di Giustizia e il Gruppo FS che sostiene da anni progetti di solidarietà dove le stesse stazioni ferroviarie, crocevia di persone e vite in movimento, hanno visto nascere un nuovo sistema di welfare in cui si promuovono azioni di responsabilità sociale.
“La solidarietà è un elemento cardine della sostenibilità sociale, e la sostenibilità permea ogni nostra attività – ha commentato l’AD del Gruppo FS, Luigi Ferraris –. Vorrei ricordare in questo ambito i 18 Help Center ospitati nelle nostre stazioni che ogni anno compiono oltre 49mila interventi di assistenza a persone in difficoltà, attivando percorsi di recupero e reintegro sociale. O, ancora, iniziative come il Treno Solidale, che assicura a chi non può permetterselo viaggi in treno per ricongiungimenti familiari o per partecipare a corsi di formazione».
Proprio nell’ambito del Treno solidale, grazie a un accordo con gli istituti di pena fiorentini, il Gruppo FS ha messo a disposizione un plafond di biglietti ferroviari per facilitare l’incontro tra i familiari in visita ai propri cari o per favorire il ritorno in famiglia dei detenuti all’uscita dai penitenziari.
“Collaborazioni con aziende prestigiose come il Gruppo FS, che operano a livello nazionale, costituiscono uno strumento indispensabile perché l’Amministrazione Penitenziaria possa adempiere al meglio al suo mandato istituzionale, offrendo opportunità formative e lavorative importanti per dare un senso alla pena – ha dichiarato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia –. Aspetti simbolici in quest’accordo: Ferrovie dello Stato evoca l’idea di rete e connessioni, che sono l’opposto dell’isolamento che generalmente si accompagna al mondo del carcere”.
L’inizio di un percorso di reintegro sociale
Successivamente alla firma del Protocollo saranno sottoscritti ulteriori accordi per definire le mansioni da assegnare ai detenuti e l’attività formativa.
La formazione potrà essere svolta all’interno degli istituti penitenziari e finalizzata all’insegnamento di mestieri antichi e nuovi connessi alle attività del Gruppo FS, come i meccanici di officina o i manutentori di impianti fotovoltaici.
Interventi di pulizia nelle stazioni ferroviarie, attività di accompagnamento e assistenza rivolte a particolari tipologie di passeggeri sono solo alcuni esempi di mansioni che potranno essere assegnate ai detenuti.
Le attività di formazione previste dall’accordo – diversificate per singoli progetti – saranno condotte dal personale del Gruppo FS e rivolte ai detenuti individuati in accordo con il Ministero. L’obiettivo comune sarà quello di creare nuove competenze professionali: punto di partenza del percorso di reintegro sociale.