Più treni passeggeri e itinerari alternativi per le merci: verso la “chiusura” dell’anello ferroviario di Roma
Il primo incontro per la presentazione analitica del progetto si terrà online il 10 marzo a partire dalle 10:00. Prende così il via il dibattito pubblico per la “Chiusura dell’anello ferroviario di Roma”.
Il progetto
Il progetto prevede di collegare tra loro le linee ferroviarie esistenti, disposte come raggi dal centro verso l’esterno permettendo di offrire un sistema di mobilità integrato.
Tra gli obiettivi dichiarati da RFI l’aumento dei treni passeggeri nel nodo di Roma, un itinerario alternativo per il traffico merci e il miglioramento della mobilità collettiva.
I lotti che saranno sottoposti alla valutazione sono il lotto 1B e il lotto 2. Il primo prevede il collegamento tra le stazioni di Vigna Clara e di Val d’Ala, attraverso la nuova fermata di Tor di Quinto, il secondo, partendo proprio dalla nuova fermata di Tor di Quinto, invece, oltrepassato il Tevere, si innesta in direzione est sulla linea merci in corrispondenza di Val d’Ala e necessita di una modifica al PRG di Tiburtina.
Il tracciato complessivo dei Lotti 1b e 2 (tratta Vigna Clara – Tor di Quinto – Val d’Ala) si sviluppa tra la linea FL3 (Roma-Viterbo) e la linea FL1 (Fara Sabina-Fiumicino) del nodo ferroviario di Roma. L’intervento ha origine in prossimità della fermata Valle Aurelia, prosegue fino a Vigna Clara per arrivare presso Tor di Quinto e, oltrepassato il Tevere, avanza in direzione est, sovrattraversando la linea convenzionale Roma-Firenze e la linea Direttissima Roma-Firenze (linea DD), fino a innestarsi sulla “linea merci” in corrispondenza della stazione Val D’Ala.
Secondo RFI il progetto di “Chiusura dell’anello ferroviario di Roma” si integrerà con le reti ferroviarie nazionali, regionali e con quelle del trasporto pubblico locale di Roma Capitale. Il tracciato ad anello, infatti, consentirà il collegamento non solo per i quartieri finora non serviti dalle ferrovie regionali (dal 2012 chiamate Ferrovie laziali o FL) ma anche con la rete della metropolitana e delle tranvie.
Il progetto di fattibilità tecnico-economica è già pronto, ma il dibattito pubblico servirà a recepire le istanze e le osservazioni della collettività prima di giungere all’effettiva realizzazione dell’intervento.
Tra le alternative di tracciato che Rfi ha deciso di scartare perché avrebbero incontrato troppi ostacoli, sia quella interamente sotterranea che quella solo parzialmente interrata. La scelta proposta, invece, è interamente di superficie sovrapassando tutte le infrastrutture interferite. Saranno quindi necessari espropri e demolizioni soprattutto lungo il tratto del lotto 1B.
Gli obiettivi di sostenibilità
Nella relazione presentata da Rfi si sostiene che “il Progetto fornisce risposte concrete in termini di riduzione delle emissioni di gas effetto serra; neutralità climatica e mitigazione dei cambiamenti climatici; crescita e coesione economica, sociale e territoriale; infrastrutture resilienti”.
Tra gli obiettivi, in accordo con il PUMS di Roma (Piano della mobilità sostenibile) l’intervento di chiusura dell’anello dovrebbe integrare le diverse modalità di trasporto, riducendo l’utilizzo dei veicoli privati a favore della mobilità pedonale e ciclabile. Per Rfi il progetto rappresenta anche un’occasione, in sinergia con l’Amministrazione, di implementare la rete ciclabile realizzando “nuovi tratti per il collegamento delle nuove stazioni e l’integrazione con le ciclabili esistenti, incrementando l’accessibilità ciclopedonale dei quartieri e dare prosecuzione al progetto Anello Verde (Comune di Roma, 2020), attraverso la connessione – tramite mobilità dolce – dei principali spazi verdi e corridoi ecologici, come fiumi, parchi, Ville”.
Le voci dei protagonisti e il dibattito pubblico
“La questione della Chiusura dell’Anello ferroviario di Roma è antica – ha spiegato il consigliere del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Davide Bordoni – e sarà seguita con dovuta cura in tutti i suoi passaggi progettuali e decisionali, favorendo il coordinamento tra Ministero, Roma Capitale, Regione Lazio e RFI”.
“La realizzazione del nuovo nodo, che permetterà di connettere il quadrante nord della città non solo con la linea FL3 Cesano-Viterbo e con le linee A e B della metropolitana ma anche con Roma Tiburtina, – ha commentato l’assessore alla mobilità Roma Capitale Eugenio Patané – è un intervento strategico per la cosiddetta cura del ferro nel cuore di Roma ed è coerente con l’obiettivo della nostra amministrazione di incentivare il trasporto pubblico con la conseguente diminuzione del traffico privato”.
“Le proposte portate dalle amministrazioni e dai cittadini che vivono e conoscono le zone interessate dalle nuove opere – ha dichiarato Vera Fiorani, ad di Rfi e commissario straordinario per l’opera – ci aiutano ad arricchire le scelte progettuali e a far emergere possibili criticità. L’impegno di RFI è di realizzare il raddoppio della tratta Valle Aurelia – Vigna Clara per il Giubileo del 2025 per poi completare la Chiusura dell’Anello ferroviario entro il 2029″.
A coordinare il dibattito pubblico sarà ancora una volta il professor Roberto Zucchetti, che, nel sottolineare come si sia già alla fase di fattibilità tecnico economica, ha però aggiunto: “Su alcuni temi si potrà ancora intervenire ed è molto importante l’ascolto di chi vive i luoghi attraversati e può portare ad adottare soluzioni diverse da quelle al momento ipotizzate”.
Il confronto con la collettività, dopo il primo incontro online del 10 marzo, proseguirà secondo un calendario già pubblicato sul sito di Rfi dedicato alla Chiusura dell’Anello ferroviario di Roma.